Cracco caffè: pasta e fagioli alla Triennale

Meno di due mesi di lavori e di attesa, e dalle parole di ieri si passerà ai fatti, alla pappa buona, perché un bar mediocre come quello della Triennale rinascerà con tutt’altra veste e tutt’altra sostanza. Scaduto il contratto con la precedente gestione, il futuro è nel segno del più geniale chef presente sulla piazza milanese, Carlo Cracco, titolare di Cracco in via Hugo, che ha prestato la sua consulenza al colosso Autogrill, qualcosa come 200 marchi sparpagliati nel mondo anche se tutti se ne ricordano uno solo e non sempre sorridendo.
Il perché della collaborazione l’ha spiegato lo stesso chef con una battuta: «Come ha detto il suo amministratore delegato, l’Autogrill ha 70mila dipendenti e io 30, sono una formica». Capace però di mettere un timbro speciale a una realtà che vede il colosso della ristorazione di quantità impegnato anche - e con tutt’altro taglio - su diversi fronti legati alla cultura (ma non solo) con bar, caffè o ristoranti all’interno del Louvre e del Prado, dell’aeroporto di Amsterdam e dell’Empire State Building ma anche la reggia di Versailles, assecondando una tendenza sempre più marcata e di successo anche in Italia, l’alta cucina che sposa, in forme più semplici, l’alta cultura, ad esempio il Castello di Rivoli a Torino, Guggenheim e Palazzo Grassi a Venezia, la Galleria Nazionale a Roma, adesso Milano grazie a Rampello che nella sede alla Bovisa si è legato a Moreno Cedroni e per quella al parco a Carlo Cracco.
Tutto nuovo grazie all’architetto Michele De Lucchi e tutto buono grazie a Cracco, con l’apertura entro i primi di aprile per essere a pieno regime (130 i coperti al Cracco Coffee Design, poi toccherà alla Cafeteria in giardino) per il 15, primo giorno del Salone del Mobile.
Cracco, in un locale a prezzi popolari, che sarà aperto sei giorni su sette (lunedì turno di relax) dalle 7.30 alle 20.

30, al buongiorno eviterà le brioche per proporre le veneziane, limiterà i panini a un paio di focacce e studierà piatti che i cuochi realizzeranno in una cucina a vista, ad esempio pasta e fagioli, la trippa, tante insalate. E in cantina solo vini lombardi, circa 25 referenze, e a prezzi popolari, 3/10 euro al bicchiere, 8/28 la bottiglia intera.

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