Milano nel 2007 avrà via Bettino Craxi o in alternativa giardini pubblici dedicati alla sua memoria. Così prevede Vittorio Sgarbi, che da assessore alla Cultura e presidente del comitato sulla toponomastica è responsabile delle intitolazioni. Il 19 gennaio il governo tunisino dedicherà una via di Hammamet al leader socialista scomparso e Sgarbi assicura di voler fare almeno altrettanto: «Non siamo stati superati da Tunisi, perché ci avevo pensato e ne avevo già discusso. Porterò in giunta la proposta appena si saranno risolti il caso di via Camilla Cederna e via Aldo Aniasi» spiega, ricordando le controversie pendenti su Palazzo Marino. L’assessore alla Cultura lancia anche una provocazione all’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio, che si è opposto al progetto: «Sceglierò un luogo vicino a casa sua, in modo che ogni volta che passa davanti possa fare una preghierina». Sgarbi è irritato dalla presa di posizione dell’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio: «È stato tra coloro che ha impedito a Craxi di venire a curarsi in Italia, ecco perché voglio scegliere un luogo in cui passi spesso per ricordarselo meglio». Sgarbi annuncia per il maggio del prossimo anno anche la mostra «Garibaldi e Craxi», con la collaborazione della Fondazione di cui è presidente la figlia del leader socialista, Stefania: nel bicentenario della nascita dell’eroe dei due mondi saranno esposti i cimeli garibaldini dell’ex premier. Poi sarà la volta della strada o forse dei giardini. «Ne ho parlato con il figlio Bobo e non vedo nessuna buona ragione per non farlo» assicura Sgarbi, convinto che sia arrivato il momento giusto: «Bobo è sottosegretario agli Esteri in quota Ds, Stefania è autorevole esponente di Forza Italia. Voglio vedere chi si metterà di traverso».
L’idea piace anche al presidente della Regione. «Vedrei positivamente una via di Milano o di altre città dedicate a Bettino Craxi» dice Roberto Formigoni. E aggiunge: «Penso che il tempo trascorso possa permettere di guardare alla vicenda di Craxi con l’occhio distaccato dalla guerra quotidiana e un occhio più dedicato alle vicende più complesse dell’Italia nel corso di questi anni». Favorevole anche il parlamentare azzurro Maurizio Lupi: «È un atto doveroso, credo sia stato una persona importante, un pezzo della storia del nostro Paese». Nel dibattito entra un equilibrista Filippo Penati, che si profonde in giudizi lusinghieri su Craxi e però dice no alla via: «Se dovessi guardare al profilo di Craxi come statista gli intitolerei una piazza e non soltanto una via. D’altra parte non si può dimenticare che Bettino Craxi è andato in esilio per sfuggire alla giustizia italiana. È stata una figura complessa e controversa, come spesso accade per chi svolge attività pubbliche».
Il consiglio comunale è diviso. Giulio Gallera, capogruppo azzurro, non ha dubbi: «Siamo a favore: un grande statista, un uomo politico milanese di grande prestigio internazionale, la cui vicenda giudiziaria non può offuscare quello che ha fatto». Ma resta il no della Lega, ribadito da Matteo Salvini e l’astensione di Alleanza nazionale. «Non faremo barricate né a favore né contro la via» dice il capogruppo, Carlo Fidanza. A opporsi è la sinistra. Il capogruppo dell’Ulivo chiede di aspettare i 10 anni dalla scomparsa previsti dal regolamento: «Nel caso di Craxi ora mi sembrerebbe prematuro».
Lo stop arrivato da sinistra e guidato dal ministro (ex pm) Antonio Di Pietro sconcerta l’ex sindaco di Milano, Paolo Pillitteri. «Craxi appartiene alla storia italiana, il ministro Di Pietro purtroppo conosce solo la storia scritta nei faldoni giudiziari - osserva il cognato di Bettino -.
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