Da «credit crunch» ad Abs, ecco le parole della crisi

Una serie di termini finanziari, spesso in inglese, domina le cronache della crisi dei mercati. Ecco un breve glossario dei termini più usati.
Subprime/Cartolarizzazioni: i primi sono prestiti o mutui concessi ad alto rischio, che per le loro caratteristiche (basso reddito o un passato di insolvenza) non sono ammessi al normale mercato del credito. I mutui sono poi cartolarizzati, cioè trasformati in titoli ad alto rendimento e venduti a investitori istituzionali. I tassi ora sono saliti e molte famiglie non riescono più a ripagare questi mutui, con rischi per chi ha investito in questi prodotti.
Fondi Abs (o anche Asset backed securities): sono i fondi che hanno dato il via alla crisi, come i tre congelati da Bnp Paribas. Sono strumenti finanziari che nascono da operazioni di cartolarizzazione (come è successo con i mutui subprime) e sono simili a obbligazioni perché pagano cedole a interesse prefissato. I tre fondi Paribas avevano investito un terzo del loro capitale nelle obbligazioni «figlie» dei mutui subprime americani.
Liquidità: è la disponibilità di finanziamenti disponibili sul mercato.

Il segno della crisi è venuto dall’aumento dei tassi a breve termine (overnight), cioè del costo di questi finanziamenti, salito sopra il livello dei tassi di riferimento delle diverse banche centrali perché diminuiva l’offerta. Il rischio è quello del «credit crunch», contrazione del credito, situazione in cui è difficile reperire capitale da parte di banche o investitori a causa della sfiducia nel mercato.

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