Economia

«Credito, riforma entro dicembre C’è chi ignora la lezione del crac»

«La riforma della finanza deve essere approvata entro l’anno e se qualcuno a Wall street interpreta male questo momento, e decide di ignorare la lezione del crac Lehman, ascolti queste parole: non torneremo ai comportamenti sconsiderati e agli eccessi che si sono verificati in questa crisi».
A un anno esatto dal momento peggiore della crisi finanziaria - il fallimento della Lehman Brothers - il presidente americano Barack Obama parla alla Federal Hall di New York, nel cuore di Wall street, e davanti al gotha finanziario conferma che rispetto a dodici mesi fa lo scenario è cambiato in meglio. «Per una ripresa piena del sistema finanziario ci vorrà tempo - dice - ma grazie alle misure adottate stiamo tornando alla normalità. Tuttavia - aggiunge - voglio mettere l’accento su questo: la normalità non può portare ad alcun compiacimento». Obama ripercorre i momenti più acuti della crisi, i crac e i salvataggi di grandi istituzioni finanziarie come Lehman, Merrill Lynch, Aig, Washington Mutual, Wachovia, Fannie Mae e Freddie Mac. Cinquemila miliardi di dollari dei contribuenti sono evaporati, ricorda il presidente Usa, nel breve giro di tre mesi. Quindi l’economia americana ha incominciato a recedere, e sono stati persi 700mila posti di lavoro ogni mese. Per la ripresa ci vorrà del tempo, e Obama invita le banche a sostenere la crescita, riaprendo i rubinetti del credito a favore delle famiglie e delle piccole imprese che «hanno bisogno disperato di finanziamenti».
Oggi che «le tempeste stanno iniziando a calmarsi», è arrivato il momento delle riforme per evitare gli eccessi e prevenire nuove crisi: «La storia non deve ripetersi, per questo abbiamo bisogno di regole più forti». Alcune banche americane stanno procedendo a un rinnovo dei vertici, sostituendo manager propensi al rischio con dirigenti che provengono da attività creditizie più tradizionali, ma la pratica dei super-bonus sembra comunque dura a morire.
«Non aspettate una nuova legge per sottoporre al voto degli azionisti i bonus 2009 - esorta Obama, davanti ai massimi dirigenti della finanza Usa come Robert Wolf, ad della Merrill Lynch, Carla Harris, managing director di Morgan Stanley, il vicepresidente della Bank of America Harold Ford -, non aspettate una legge per rivedere il sistema dei compensi, favorendo le performance a lungo termine e non i guadagni a breve». La riforma sostenuta dalla Casa Bianca prevede, fra l’altro, maggiori poteri di sorveglianza per la Federal Reserve e una stretta sui derivati. La questione delicata dei bonus e delle nuove regole per la finanza sarà al centro del summit del G20, a Pittsburgh, il 24 e 25 settembre. Obama cerca di fare pressioni su Wall street, ma al Congresso la nuova legislazione non fa passi avanti, anzi rischia seriamente un rinvio al 2010. Il presidente americano, che ospita il summit, potrebbe fare una magra figura davanti ai leader europei continentali, che chiedono con fermezza un intervento per limitare i compensi dei top manager delle banche.

Secondo Le Figaro, il presidente francese Nicolas Sarkozy avrebbe addirittura minacciato di abbandonare il vertice se non si dovesse trovare un limite ai bonus e alle retribuzioni nella finanza: «Se non ci sarà una decisione concreta - avrebbe detto - me ne andrò».

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