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Cresce la fronda nel Pdl: «Tremonti ha tradito il nostro spirito del ’94»

RomaLi chiamano frondisti o dissidenti ma loro preferiscono essere identificati come «lealisti». Il loro obiettivo dichiarato è quello di riportare Silvio Berlusconi ai valori della discesa in campo del ’94. E al premier promettono che non ci sarà alcun tradimento o trappola parlamentare. Il richiamo a questa «fedeltà originaria», di fatto un voler separare i contenuti della manovra dal presidente del Consiglio che l’ha avallata, si traduce in una lettura fin troppo elementare. E risuona come l’annuncio di una ribellione a destinatario unico, Giulio Tremonti.
È sulle linee guida dettate dal superministro dell’Economia, sul «core business» della manovra che si appunta il tentativo di molti esponenti del Pdl, tra cui alcuni fondatori di Forza Italia, di ottenere profonde modifiche in sede parlamentare. Perché è questa la vera partita che alcuni dei malpancisti vorrebbero giocare: arrivare a una resa dei conti e ridimensionare il regista delle strategie economiche del governo, attraverso la pratica di una diffusa concertazione. Impresa non proprio facile alla luce del carattere irriducibile del titolare del dicastero di Via XX Settembre che proprio oggi compie 64 anni.
Il portabandiera di questo tentativo di correzione in senso liberale della politica dell’esecutivo è Antonio Martino, personalità di prestigio legata da un rapporto di reciproca stima al premier. «Questa manovra non riduce le tasse, non rilancia la produttività», in pratica «non serve a nulla» dice l’ex ministro. «La manovra economica va riscritta di sana pianta», perché «la maggior parte delle spese continueranno a crescere per conto loro. L’Italia non ha bisogno di manovre ma di riforme». L’anno passato la spesa pubblica è arrivata al 51,6% del reddito nazionale. «Non esiste al mondo alcun Paese - osserva Martino - che sia cresciuto quando la spesa pubblica supera il 40%. Se il governo fa passare la manovra così com’è - avverte - l’anniversario della manifestazione del 1986 lo organizzeremo a Roma e ci saranno mezzo milione di persone in piazza». La responsabilità della manovra, prosegue Martino, «non è tutta di Tremonti, per niente di Berlusconi, molto della Bce e della Banca d’Italia». Il Pdl l’ha accettata «perché è pieno di socialisti: Frattini, Brunetta, Sacconi, Cicchitto. Tremonti, anche se lui dice di no. Noi volevamo fare un partito liberale di massa e ci siamo ritrovati un partito socialista di Carrara».
Un profilo ancora più duro assume Marcello Pera che annuncia il suo voto contrario alla manovra. E aggiunge: «Capisco che per togliere il contributo di solidarietà ai ricchi, lasciando invariati i saldi, occorrono misure alternative. Ma questo non è un gran problema - sottolinea l’ex presidente del Senato - per risolverlo occorrerebbe un normale ministro dell’Economia (forse basterebbe un ragioniere), uno che, non dico che alla rivoluzione liberale ci credesse almeno un po’, ma che almeno non passasse la vita a fare un monumento alla propria incapacità e ignoranza». Nell’elenco dei perplessi figura anche Peppino Calderisi che chiede di «rivedere la manovra» e completarla con riforme, da avviare «secondo il programma di Forza Italia del ’94». Mentre Carlo Giovanardi chiede correzioni pro-famiglia. «Mille volte abbiamo chiesto a Tremonti attenzione per la famiglia e mille volte ci ha risposto che non era il momento adatto. Ora però basta, ora gli alibi sono finiti».
Sullo sfondo, al di là delle varie sortite polemiche, il lavoro sul pacchetto di proposte di modifica alla manovra è quasi pronto. Verrà inserito in un documento che sarà presentato ad Angelino Alfano la prossima settimana, quando il segretario del Pdl farà il punto con il gruppo dei «dissidenti», probabilmente il 22 o il 23 agosto. L’obiettivo, spiega Isabella Bertolini, «è presentare i nostri emendamenti prima che la manovra arrivi alla Camera, in modo da fare le modifiche già al Senato». L’incontro si terrà nella sede del partito in via dell’Umiltà.

«Sta al segretario Alfano trovare una sintesi alla luce delle nostre proposte - dice Guido Crosetto - Chiederemo poi che l’incontro venga allargato a tutta la maggioranza».

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