Cresce l’angoscia per Iole La speranza è l’appello in tv

È ancora silenzio cinque giorni dopo, gli inquirenti scavano nella vita privata

nostro inviato a Treviso
Quarto giorno dalla scomparsa di Iole Tassitani, quarto giorno di buio sulla sua sorte. Domenica, è il giorno delle rapide visite di conoscenti e amici a casa di Luigi e Marisa Tassitani, i genitori della donna scomparsa: il giorno delle preghiere recitate dai fedeli a ogni messa celebrata nella parrocchia della Pieve; il giorno della solidarietà, di quel po' di calore umano che si può dare a due persone anziane piegate dal dolore e chiuse nel silenzio. La villetta poco lontana dalle mura del castello si apre per pochi minuti, solo il tempo di un breve saluto per le persone più care.
Due ufficiali dei carabinieri invece si trattengono più a lungo a colloquio, alla presenza anche delle due sorelle di Iole. Gli inquirenti continuano a scavare nella vita privata della donna alla ricerca di qualsiasi particolare utile a ricostruire quei quaranta minuti di mercoledì sera tra l'uscita dallo studio notarile e l'invio del messaggino (scritto male e non capito) al telefonino della vicina di casa. Iole Tassitani è salita sulla sua Fiesta grigia alle 20.10: lo documentano le immagini di una telecamera posta nel parcheggio dietro l'ufficio, nei pressi dell'ospedale, dove la donna è solita lasciare l'auto. Tra tutti i filmati visionati, questi sono gli unici fotogrammi davvero utili alle indagini: si vede la vettura che parte senza essere seguita. Nessuno aspettava Iole al termine della sua giornata lavorativa.
La donna passa da casa dei genitori, in via Brigate Battisti, a salutare la mamma. Non ci vogliono più di due minuti a percorrere il tratto di strada. Il saluto è breve. Iole risale in auto e si dirige a casa propria, in via Forche. È un chilometro scarso, non ci si impiega più di tre minuti. Poi è il buio. Lei scende in garage, dove il giorno dopo verranno trovati un guanto e un paio di occhiali da vista. Non sale in casa. C'era qualcuno ad attenderla? L'agguato è avvenuto per la strada o nel seminterrato?
O forse la donna aveva un appuntamento altrove? È stata seguita, fatta fermare nel parcheggio buio e isolato di via Sicilia dove la Fiesta è stata posteggiata con cura e abbandonata? Domande ancora senza risposta. E poi il messaggino, quel «Sono stata parità», digitato in fretta, incomprensibile e caduto nel nulla, partito poco prima delle 21 dalla zona di Castelfranco (così attestano i tabulati telefonici). Quale rapitore lascia un cellulare in mano al sequestrato? Ogni ora che passa aumenta l'angoscia per la vita di Iole Tassitani.

Il silenzio prolungato autorizza tutte le ipotesi, da quella del rapimento per soldi (ma non ci sono richieste di riscatto) all'incontro finito male con una persona forse conosciuta su internet, all'azione di un balordo violento, a un ratto a fini di libidine, fino a quelle - ritenute meno probabili - di una fuga volontaria o di una vendetta trasversale nei confronti del papà notaio. Forse questa sera la madre rivolgerà un appello alla trasmissione televisiva «Chi l'ha visto?».

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