nostro inviato a Perugia
Tonino deve chiarire. Di Pietro dopo il faccia a faccia con i magistrati toscani un paio di settimane fa, ha appuntamento tra oggi e domani con i pm del capoluogo umbro. Che per l’occasione scenderanno nella capitale per interrogare l’ex collega, uno degli ex ministri delle Infrastrutture quando il business della cricca era fiorente.
Con Tonino i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi vogliono dare un nome a un po’ di cose. Per esempio, cosa sa l’ex ministro dei rapporti tra Angelo Balducci e il Vaticano, e in particolare dei legami tra l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e la congregazione di Propaganda Fide. Domanda legittima, visto che secondo quanto raccontato a Perugia dall’architetto di Diego Anemone, Angelo Zampolini, Di Pietro avrebbe affittato due case dall’ente che gestisce gli immobili d’Oltretevere per il tramite proprio di Balducci. Al quale l’ex ministro, sempre stando al racconto di Zampolini, avrebbe anche chiesto di introdurlo negli ambienti vaticani.
Ma a Di Pietro i pm perugini chiederanno anche altre delucidazioni sul ruolo di Claudio Rinaldi, successore di Balducci come commissario straordinario per i mondiali di nuoto di Roma, e come Balducci indagato a Perugia per cantieri e appalti legati a quel «grande evento». Di entrambi i dirigenti, tra l’altro, Tonino aveva già parlato con i magistrati fiorentini, con i quali però si era intrattenuto soprattutto sul ruolo dell’aggiunto romano Achille Toro. A Perugia però bolle in pentola anche altro: domani è in calendario l’udienza per il commissariamento delle aziende del gruppo Anemone, vicenda sulla cui definizione potrebbe pesare l’eventuale cambio di strategia dell’imprenditore, che finora si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, dettaglio naturalmente non gradito dai magistrati perugini.
L’inchiesta perugina va avanti con la sua sfilata di pezzi grossi. Trentadue nomi da chiamare perché testimonino in difesa di Angelo Balducci. Tra loro, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, l’ex ministro Pietro Lunardi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. I legali dell’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Franco Coppi e Roberto Borgogno, insistono nel rivendicare la nullità del giudizio immediato (per violazione del diritto di difesa), che il gip di Firenze ha fissato per il 15 giugno. Ma comunque si preparano all’appuntamento, indicando politici, funzionari e imprenditori che dovrebbero chiarire il ruolo di Balducci nella vicenda dell’appalto per la scuola Marescialli. Cantiere che, secondo l’accusa, si tentava in ogni modo di togliere all’Astaldi e di riassegnare alla Btp di Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. Oltre a ministri ed ex ministri, nell’elenco compaiono anche il capo di gabinetto di Matteoli, Claudio Iafolla, il consigliere della Corte dei conti Antonello Colosimo, il segretario generale della presidenza del Consiglio Carlo Malinconico, l’avvocato dello Stato Ettore Figliolia e l’ex provveditore alle opere pubbliche della Campania Mario Mautone, quest’ultimo già coinvolto nell’appaltopoli napoletana che vede indagato anche il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano.
È il momento di vedere le carte.
Ieri la procura fiorentina ha concesso ai legali degli indagati che verranno processati con giudizio immediato (oltre a Balducci l’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, l'avvocato Guido Cerruti e l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli) di ascoltare su richiesta, senza registrare né prendere appunti, la massa di intercettazioni che non erano state messe a disposizione dei difensori. Oltre centomila telefonate tra una settantina di soggetti intercettati.