La crisi colpisce anche i cantieri: 2009 drammatico per 600 imprese

Dalla Cassa Edile di Roma arriva l’allarme. La congiuntura negativa colpisce anche i cantieri. Cala il numero di operai, calano le ore di lavoro, troppo elevato il ricorso al part-time. Ma soprattutto per la prima volta chiudono i battenti centinaia di imprese. «Non c’è un modo univoco per uscire dalla crisi, ognuno deve fare la sua parte» ha detto ieri al Residence Ripetta il presidente della Cassa Edile, Edoardo Bianchi: «Occorrono tempi certi da parte dei committenti pubblici, pratiche burocratiche più celeri, più possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese».
L’allarme dell’ente bilaterale di categoria, gestito in modo paritetico dall’Acer e dai sindacati (Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil), poggia su dati statistici certi.
Fra gennaio e dicembre 2009, in un solo anno, 600 imprese hanno sospeso l’attività. Un decremento secco che sfiora il 6 per cento rispetto all’anno prima. Un dato tanto più preoccupante in quanto per la prima volta negli ultimi 10 anni si registra una flessione delle imprese iscritte alla Cassa Edile. Pesante la crisi occupazionale. Su un totale di 59mila operai, oltre 12.500, la maggior parte romeni, hanno lavorato con contratto part-time. Cinquemila operai, invece, hanno visto concludersi il loro rapporto di lavoro. Sempre nel 2009 sono state perse quasi 5 milioni di ore di lavoro rispetto all’anno precedente. L’evidente flessione occupazionale trova conferma nelle ore lavorate dagli operai: 900 per ciascuno. Se si considera che le ore lavorabili in un anno sono 1600, ciascun lavoratore ha totalizzato solo il 56% del tempo disponibile. Con una flessione dell’8% rispetto al 2008.
Come fronteggiare la crisi? «La prima cosa da fare, - spiega Bianchi, - riguarda le imprese che usano il part-time in maniera abnorme e fuori dalle regole. Chiediamo un maggior controllo da parte delle autorità di vigilanza su questo fenomeno grave ed eclatante. Delle imprese iscritte alla Cassa Edile, circa il 20% occupa operai solo con contratti part-time, e questo produce penalizzazioni per i lavoratori nonché una forte concorrenza sleale nei confronti delle imprese che rispettano le regole». C’è poi il capitolo burocrazia: «Gli Enti locali - puntualizza Bianchi - devono snellire le procedure. Ad esempio, nelle autorizzazioni per l’housing sociale abbiamo interi lotti nei quali i bandi sono assegnati da anni, ma i lavori non partono perché gli Enti erogatori dei pubblici servizi non consegnano le opere (acqua, elettricità, metano) di pertinenza, mentre la Regione non eroga tempestivamente i finanziamenti». «In tutto il settore costruzioni, - denuncia il vicepresidente Roberto Cellini, - sono in crescita il lavoro nero e sommerso. La conseguenza diretta è una forte elusione ed evasione fiscale e contributiva, la mancanza di diritti sindacali e la crescita del caporalato». «Occorrerebbe una seria modernizzazione della imprenditoria romana, - aggiunge il direttore della Cassa Edile, Alberto Massara -. La città ha bisogno di una grande opera di infrastrutturazione, che rilancerebbe economia e occupazione, e di una seria programmazione da parte dell’Amministrazione pubblica».


Infine, la vexata quaestio dell’accesso al credito: difficoltà, troppi vincoli, pratiche estenuanti. Ma su questo si è pronunciata più volte anche l’Unione Industriali di Roma. La svolta concreta potrebbe arrivare dalla Regione Lazio dopo le elezioni.

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