Caro direttore,
la Fiat, la massima industria privata italiana, licenzia (o avvia il processo di licenziamento, come si specifica) 15mila dipendenti; si avvia a chiedere la cassa integrazione per altri 9mila, unità più, unità meno, il sindacato è contro; il governo interviene. L'Iri, il massimo gruppo di Stato, ha 24mila miliardi di debiti; chiede migliaia di miliardi per non licenziare. La chimica - non sono giovanissimo, ricordo bene quello che si è detto e scritto anni fa - dopo essere stata alla fine degli anni Sessanta la promessa dell'economia italiana, è un ammasso di rovine dei grandi gruppi. Quello che si è investito è in gran parte perso: ed erano denari dello Stato, cioè di tutti. Quello che si salverà avrà bisogno di migliaia di miliardi per essere recuperato. Potrei continuare, ma non è necessario.
Lettera firmata - Como
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