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Crisi familiare vagamente pirandelliana

È il tempo della memoria a scandire la costruzione geometrica cui si affidano Alessandro Fea (autore) e Marcello Cotugno (regista) in X/Y Redux, al Politecnico fino al 5 ottobre. Sotto i riflettori troviamo una famiglia. Relazioni violente che, intessute a suon di cadenze dialettali decise e riecheggiando certi autorevoli modelli di drammaturgia nordica e anglosassone, tracciano una discesa agli inferi, il cui approdo ultimo rifulge però di umanità. Perché se è vero che qui tutto precipita in una scarpata di perdizione, è altrettanto vero che l’epilogo apre uno spiraglio di luce. In fondo il lavoro potrebbe essere letto come un tormentato flash-back che parte da quell’intima profferta d’amore tra madre (Paola Sebastiani) e figlio (l’egregio Davide Gagliardini) per risalire i fallimenti di un nucleo familiare allo sfascio.

E dunque per assolvere il peccato di un padre omosessuale in fuga dai suoi doveri (Guglielmo Guidi). Per sbiadire i contorni pirandelliani di un incesto sfiorato. Per ritrovare poesia persino nella sorella prostituta (l’ottima Arianna Gaudio): anima sola e inasprita dalla vita.

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