Politica

Crisi di governo, la Bonino dice no e si guadagna gli applausi di Bondi

La Radicale vicepresidente del Senato:
sbagliato andare a elezioni ogni due anni,
Berlusconi prosegua per la sua strada.
Il ministro e coordinatore Pdl: brava Emma,
posizione onesta e coerente

E fu così che Sandro Bondi, ebbene sì, elogiò Emma Bonino. Chi l'avrebbe mai detto, eppure. Potenza di quella che il ministro dei Beni culturali definisce coerenza, ieri la leader storica dei radicali ha portato a casa un dieci con lode.
Càpita infatti che lei, Emma, vicepresidente del Senato, si sia svegliata di buzzo buono, e già di prima mattina abbia dichiarato, a «24 Mattino» su Radio 24, che Silvio Berlusconi deve andare avanti per la sua strada, altro che crisi: «Un Paese che va alle elezioni ogni due anni è un Paese assolutamente non credibile a livello internazionale. Per questo spero che non si vada alle elezioni anticipate». Di più: «Credo che ci sia una responsabilità di governare da parte della maggioranza che ha vinto le elezioni. Lo dicevo quando qualcuno fece cadere il governo Prodi e fummo definiti gli ultimi giapponesi perché l'idea sincopata che ogni due anni, peraltro per ragioni oligarchiche, interne, di palazzo spinge tutto il Paese alle elezioni è una situazione inaccettabile». Roba che pareva di sentire Bondi, appunto. E ancora, ha aggiunto l'esponente radicale: «Non vedo neanche perché dovremmo arrivare ad un governo tecnico. Berlusconi va sconfitto politicamente e va incalzato come assunzione di responsabilità di governo. Non sono d'accordo su giochi di posizionamento fatti per riempire pagine di giornali. Non vedo perché Berlusconi debba dire "effettivamente sono un pò stanco, faccio un giro ai Caraibi, governate voi magari con Tremonti". Mi sembra un modo per riempire i giornali e non occuparsi dei problemi del Paese».
Immediato il plauso del coordinatore del Pdl: «Va dato atto al presidente Emma Bonino di avere espresso una posizione politica onesta e coerente riguardo al confronto che è in atto nel Paese», ha detto Bondi .

«Giocare tutte le proprie carte - ha aggiunto - nella formazione di un governo tecnico, cioè di un governo che estrometta chi ha ottenuto il consenso degli elettori e il mandato di governare, significa non avere fiducia nelle proprie ragioni politiche e inseguire per l'ennesima volta un'illusoria scorciatoia gravida di conseguenze negative sia per il Paese sia per chi si facesse abbagliare da essa».

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