Economia

Crisi, il governo chiede alle Regioni 2,65 miliardi

Le Regioni dovranno mettere sul tavolo 2,65 miliardi di euro per finanziare gli ammortizzatori sociali. A chiederlo è il Governo in un documento alla Conferenza delle Regioni. Complessivamente saranno stanziate risorse per 8 miliardi: Palazzo Chigi metterà sul tavolo 5,3 miliardi

Crisi, il governo chiede alle Regioni 2,65 miliardi

Roma - Le Regioni dovranno mettere sul tavolo 2.650 milioni di euro per finanziare gli ammortizzatori sociali. A chiederlo è il Governo in un documento di due pagine inviato ai Governatori riuniti nella Conferenza delle Regioni. Complessivamente saranno stanziate risorse per 8 miliardi. Il Governo metterà sul tavolo 5.350 milioni.

Le misure del Tesoro La crisi finanziaria ed economica ha indotto il governo ad avviare con Unione europea e Regioni un negoziato per ricollocare a fini sociali risorse già iscritte a bilancio, prelevate principalmente da fondi Fas e fondi di coesione europei. Con la Finanziaria prima e con il decreto anticrisi poi, il governo ha aumentato lo stanziamento per gli ammortizzatori sociali, portandolo a poco oltre il miliardo di euro. L’obbiettivo è di arrivare a una dotazione complessiva di 8 miliardi nel 2009 e nel 2010, come ha spiegato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. "Complessivamente possono essere mobilizzate risorse nazionali per circa 5.350 milioni (ovviamente escludendo le risorse già destinate alle Regioni. Un concorso finanziario delle Regioni per l’importo rimanente può consentire di raggiungere la cifra obiettivo di 8mila milioni", spiega il documento, che si intitola "Rafforzamento dell’intervento di sostegno al reddito e alle competenze del lavoro".

La riprogrammazione dei programmi operativi "Il concorso delle Regioni potrebbe avvenire attraverso la riprogrammazione dei propri programmi operativi, ovviamente senza interferire con impegni giuridici già assunti". Le risorse saranno attinte da più fonti: "bilancio dello Stato, fondi Ue di competenza dello Stato e delle Regioni, fondi interprofessionali per la formazione continua e il relativo prelievo dello 0,30% sul monte salari delle imprese, gli enti bilaterali promossi dalle parti sociali, le ulteriori liberalità del settore privato o privato-sociale".

Il gruppo lavoro Stato-Regioni Il documento propone di costituire un gruppo di lavoro congiunto Regioni-Stato che elabori entro pochi giorni i costi dell’operazione e una soluzione condivisa. L’accordo quadro con il complesso delle Regioni dovrà avere luogo in parallelo "con una intesa più generale per la rapida attivazione di tutte le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, sia di quelle destinate alle Regioni che di quelle destinate alle amministrazioni centrali", continua il documento. Dalle Regioni arriva intanto un via libera condiziato, in attesa che il governo fornisca ulteriori dettagli oggi pomeriggio nel corso di un nuovo incontro al quale sarà presente il responsabile degli Affari regionali Raffaele Fitto. "Avevamo già proposto al Governo che almeno il 50% delle risorse del Fondo sociale europeo fosse destinato a due misure: occupabilità e adattabilità. Quella cifra ëpari a 2,65 miliardiû è in linea con le proposte da noi avanzate", ha detto il presidente della Conferenza Vasco Errani. "Tuttavia vogliamo rendere chiaro e trasparente il quadro. Va chiarito quello che è rendicontabile alla Commissione europea per evitare domani sorprese negative.

Le lettere della Commissione dicono che gli ammortizzatori non possono essere finanziati dal Fondo sociale europeo", ha aggiunto.

 

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