Milano - Si rafforzano ulteriormente le
prospettive di ripresa economia in Italia, secondo gli ultimi
dati del superindice previsionale dell’Ocse. L’indagine di
ottobre ha mostrato un nuovo miglioramento generalizzato tra i 30
paesi avanzati che aderiscono all’organizzazione, mentre
progressi hanno toccato anche tutte le maggiori economie
emergenti che non fanno parte dell’Ocse, come Cina e India.
Italia ancora al top E i
dati per "Canada, Francia, Italia, Germania e Regno Unito puntano
con maggior forza verso la ripresa rispetto a un mese fa", dice
l’ente parigino con un comunicato.
Per l’Italia il superindice previsionale ha segnato un progresso
di 1,1 punti rispetto al mese precedente, mentre come il mese
scorso l’incremento su base annua, pari a 12,5 punti è il più
consistente tra i paesi monitorati. Per la media di tutta l’area
Ocse il superindice è aumentato di 1 punto dal mese precedente e
di 5,7 punti su base annua. Per l’area dell’euro è cresciuto di
1,3 punti dal mese precedente e 8,8 punti su base annua. Sugli
Usa, dice ancora l’Ocse, il superindice è aumentato di 1 punto
dal mese precedente, mentre il progresso su base annua risulta
pari a 3,9 punti.
Secondo la stessa Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico, i progressi del superindice (o composite
leading indicators, Cli) dei paesi direttamente citati, tra cui
l’Italia, riflettono prevalentemente componenti di natura
finanziaria e i progressi di fiducia di imprese e famiglie.
Ripresa "Per
evitare confusione - ci tiene a sottolineare l’Ocse - è
importante rilevare che il riferimento a ’maggior forzà è
relativo alle probabilità di ripresa, piuttosto che alla forza
della ripresa stessa".
Per la Germania a ottobre il superindice ha mostrato un
incremento di 1,6 punti dal mese precedente e di 9,2 punti su
base annua; per la Francia di 1,2 punti dal mese precedente e
10,2 punti su base annua. Sull’insieme delle sette maggiori
economie avanzate, il G7, superindice è aumentato di 1,1 punti
dal mese precedente, e di 5,6 punti su base annua. Più modesti i
progressi delle maggiori economie emergenti.
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