Cronaca locale

La crisi è salita in montagna: poche sciate per la crisi

La crisi è salita in montagna: poche sciate per la crisi

In Veneto, patria di Cortina, si dice che «tempo e siori, i fa quel che vòl lori». Il tempo e i potenti fanno quello che vogliono. Ovvero: non sono mai stati alieni a sorprenderti con un blitz. Ed è stato il meteo ad effettuare un bel tiro mancino alla Skiarea Madesimo Valchiavenna. «L’operazione tempo è stata completamente punitiva durante il periodo natalizio» conferma Agostino Trussoni, amministratore delegato della società.
La batosta è iniziata sotto Sant’Ambrogio, «momento in cui abbiamo registrato una perdita di 600 mila euro rispetto agli anni precedenti - continua Trussoni -. Negli ultimi giorni delle festività abbiamo recuperato un pochino ma non è bastato. Morale: un Natale perdente dal punto di vista economico, che speriamo di poter dimenticare con le buone settimane bianche dei prossimi mesi, anche se parlare di settimane ormai è un’utopia».
Se la neve, giunta con abbondante ritardo all’alba del 2012, ha dato il suo primo colpo di grazia, il secondo lo ha inferto la crisi, intaccando lo spirito in euro della vacanza invernale. «Con il rincaro dilagante, l’italiano non rischia lunghi periodi di ferie. Uno, due o tre giorni, e poi torna a casa. Gli impianti saranno aperti fino al 15 aprile: non ci resta che augurarci una qualche congiuntura fortunata che possa far risalire la passione dello sci, sport troppo costoso per questi tempi».
Uguale eco rimbalza al BremboSki San Simone-Foppolo-Carona. «Che stagione difficile!» esclama Andrea Bosco. «Con tutta lo nostra buona volontà abbiamo recuperato la perdita dell’Immacolata e Sant’Ambrogio, che in pratica non ci sono stati per la montagna ancora secca. Grazie all’intraprendenza bergamasca siano riusciti a chiudere il 2011 con punte di presenze fino a 4500 persone. Ma il vento dell’Epifania, che ha spirato fino a 200 km all’ora, ha interrotto tutta la giornata degli impianti tra Foppolo e Carona. Eppure da ieri: via alle settimane bianche con inglesi, svedesi, cechi, polacchi. Vorremmo anche gli italiani. Che inizino a fare blitz sciistici contro la crisi». Insomma: i monti sono impervi, in tutti i sensi, ma gli arrampicatori non s’arrendono, perché la neve è bianca e infonde ottimismo sull’ombra nera che affligge il nostro Bel Paese. «A conti fatti il tempo non ha mancato d’essere consono all’appuntamento natalizio. La natura non muta tradizione, l’ha mutata invece il turismo - commenta Roberto Pinna del consorzio turistico Sondrio e Valmalenco -. Vicino a piccole sorprese, come il flusso di sciatori che per la prima volta provavano queste piste, gli sportivi della discesa hanno preferito “periodini” veloci alle consuete vacanze di un tempo che andavano dal 24 dicembre al 6 gennaio».
Ma le dolci, femminili montagne, tanto lucenti e innevate, continuano ad attirare, nonostante le difficoltà.
«E’ vero che Natale e il primo dell’anno son venuti di domenica, spezzando la possibilità d’avere un ponte. Infatti tra il 5 e l’8 l’afflusso di gente è risalito». Come è risalito il vento. Per tutti, infatti, questo 6 gennaio è stato uno dei peggiori degli ultimi anni: una giornata interamente perduta a causa delle raffiche che hanno interessato l’intero nord Europa.
A ciò si deve aggiungere il sole, che alla fin fine ha regalato ai vacanzieri un bel clima radioso, ma che ha impedito di sparare la neve con i cannoni. Le temperature sopra i cinque gradi, alternate a picchi negativi di ben meno dieci, non solo non hanno permesso le nevicate naturali ma anche quelle artificiali.

Nonostante questo i responsabili sono riusciti a consentire la totalità delle piste aperte, affinché i nostri siano monti salutari e pieni di risorse.

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