Il Cristianesimo e la difficile arte del dolore

Un altro mondo appare nell’universo dei «mondi oscuri» di Elisabetta Sgarbi: va di scena oggi per la Milanesiana (alle 21, teatro dal Verme) «Sofferenza e gioia, tra Cristianesimo e Islam... e nell’arte». Hans Küng, il celebre teologo cattolico del dissenso si interrogherà sullo spinoso problema del dialogo tra diverse religioni, mentre Giovanni Reale, uno dei più autorevoli studiosi di storia della filosofia antica, e Vittorio Sgarbi, critico d’arte, coinvolgeranno il pubblico in un affascinante viaggio nella mondo della «sofferenza artistica». Protagonista della serata sarà l’altare di Isenheim di Colmar realizzato all’inizio del ’500 da Matthias Grünewald. Un polittico di dimensioni enormi (16 metri di larghezza) e pieghevole, quasi fosse un libro, che illustra la sofferenza del Cristo crocefisso e le varie tappe della sua vita. «Abbiamo scelto quest’opera - spiega Giovanni Reale - perché si tratta di un capolavoro assoluto, poco noto in Italia ma molto apprezzato in Francia dove è conservato. Non solo, Grünewald è stato l’unico pittore ad avere il coraggio di rappresentare «l’urlo» di Cristo, cioè l’enorme sofferenza e il grido che Gesù lanciò prima di morire sulla croce, come racconta il Vangelo. Oggi non si è più in grado di affrontare la sofferenza, il problema dei nostri tempi è proprio questo: di fronte al dolore scappiamo».
Proprio su questo capolavoro Reale sta scrivendo un libro, in uscita a Natale, che racconterà particolari, segreti e simboli nascosti del polittico. Non solo: anche Elisabetta Sgarbi ha girato un filmato sull’opera, Illuminazione, ancora inedito.


A conclusione della serata il quartetto d’archi della Scala eseguirà Le ultime sette parole del nostro Salvatore sulla croce di Franz Joseph Haydn, «che abbiamo scelto - spiega Reale - perché presenta la tragedia sublimandola in bellezza e dolcezza».

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