Il rapporto con la memoria s'impone con urgenza, a Dubrovnik, protesa come una polena a picco sul mare. La natura e la storia la spingono nell'Adriatico mentre un anello di mura - lunghe quasi due chilometri e con unaltezza che in alcuni punti sfiora i venticinque metri - la cinge in un saldo abbraccio di pietra.
È un museo all'aria aperta, sotto l'egida dell'Unesco, l'antica Ragusa, che muove dal titanico sistema fortificato - percorribile in un giro di ronda - e culmina nella Placa, il cuore cittadino dominato dal bianco del marmo di cui è lastricato, un ininterrotto succedersi di piazze raccolte, ripide stradine acciottolate, palazzi, chiese, conventi, e fontane, tutti realizzati con la stessa pietra di colore chiaro ora simile all'avorio per l'usura del tempo (www.visitdubrovnik.hr).
Nell'amalgama di elementi di architettura medievale e rinascimentale di Dubrovnik spiccano il convento dei Francescani con il chiostro e l'antica farmacia - in esercizio dal 1391 -, seguiti a ruota dal gotico Palazzo del Rettore, forziere del Museo di Dubrovnik, che mette in scena, oltre a dipinti e cimeli, una sfiziosa sequenza di orologi antichi, quasi tutti fermi sulle ore 5.45, a memento dell'ingresso in città delle truppe napoleoniche con relativa fine della Repubblica.
Laddove la Placa si allarga in piazza della Loggia si snoda la gran parata degli edifici di rappresentanza: la Torre dell'Orologio del 1444, la chiesa di San Biagio - con la quattrocentesca statua in argento dell'omonimo patrono - e, infine, Palazzo Sponza, edificato nel 1312 come sede della Zecca e poi della Dogana, oggi archivio di Stato con oltre 100.000 manoscritti.
Fra la torre dell'Orologio e Palazzo Sponza un vicolo conduce al convento e al museo dei Domenicani, apogeo architettonico del XIV secolo il cui stile segna la transizione tra il gotico e il rinascimentale. Nel museo è in mostra un compendio di opere dei migliori artisti autoctoni del Quattrocento e del Cinquecento mentre la sacrestia conserva una pala di Tiziano, la Maria Maddalena.
Alle spalle del monastero un ponte del 1499 attraversa un fossato e conduce, fuori dalle mura, al cinquecentesco forte Revelin, la cui ampia terrazza ospita spettacoli e rappresentazioni teatrali in occasione del celeberrimo Festival Estivo (http://visitcroatia.net/croazia/manifestazioni), il tutto con scorci sull'isola di Lokrum.
Minuscola e riserva naturale dal 1963, l'isola di Lokrum non è solo natura: oltre al Museo di Scienze Naturali allestito nella secolare abbazia benedettina, infatti, sulla collinetta e in posizione paniramica, si erge il Fort Royal, bastia a forma di stella costruita dai francesi nel 1808.
In mare aperto, invece, si staglia il profilo dell'isola di Lastovo (Làgosta), con le barche a vela che ciondolano nelle baie animate da un mare pescoso. Intorno, sparse come coriandoli, affiorano le quaranta isolette che compongono il suo arcipelago, uno dei dieci giardini del Mediterraneo protetti dal WWF, proclamato parco naturale nel settembre 2006. Lastovo ammicca alla dirimpettaia Curzola (Korcula), ricca di rocche ma anche di vigneti che regalano degustazioni di Plavac, Posip e Grk nelle cantine locali.
Vicinissime sono le Elafiti (Elafitski Otoci), una manciata di rive e di golfi, tredici isole pari a giardini sospesi nel mare punteggiati da vegetazione subtropicale ed resti medievali. Un mosaico di pini marittimi, querce e lecci - con un terzo della superficie proclamato parco nazionale - è infine l'isola di Méleda (Mljet), un tappeto verde che scivola in acque color smeraldo con l'entroterra mosso da rilievi e da invasi carsici. I suoi due golfi interni - collegati al mare - si rivelano ecosistemi salmastri affollati di crostacei.
Oltre a Dubrovnik e le isole, la penisola di Sabbioncello (Peljesac) corre parallela alla costa. E desertica e sferzata dalla bora la costa nord occidentale, ammantata di vigneti e aranceti quella meridionale dove soffia caldo lo scirocco, la penisola vanta fama di mecca enogastronomica. Vi si produce il Dingac, il più pregiato paladino rosso di Bacco, mentre gli allevamenti di crostacei e ostriche - in uso fin dai tempi dei Romani - deliziano il palato degli intenditori. Sabbioncello è percorsa da una strada che risale le giogaie calcaree del massiccio del Serpente e arriva a quota 961 metri, ma è nelle spire del delta della Neretva che prospetta percorsi irresistibili.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.