La crociata di Catarci contro McDonald’s

Prima la Coca Cola, adesso McDonald’s. Andrea Catarci, presidente rosso dell’XI municipio, è proprio un comunista vecchio stampo: tutto pane e antiamericanismo. Chi dei suoi «sudditi» invece nel pane vuol metterci un banale hamburger con una fettina di cetriolo non ha diritto di cittadinanza nel suo territorio. È bastato infatti che si diffondesse la notizia di una futura apertura davanti alla basilica di San Paolo di un ristorante della catena americana per convincere il minisindaco dell’Ostiense a diffondere una nota nella quale dà conto del malumore del suo quartiere: associazioni, comitati e realtà sociali si starebbero «mobilitando» per evitare che dove «fino a pochi anni fa c’era un’antica trattoria romana» ora si smercino «hamburger e patatine uguali a tutte le latitudini». Catarci promette battaglia, accusa il Campidoglio di fare il Ponzio Pilato e annuncia azioni di resistenza passiva.

Ora, siamo anche noi tra quelli che preferiscono di gran lunga una «gricia» in una hostaria a un Big Mac. Ma ci sembra che la libertà - di mangiare o meno, di aprire o no, di scegliere - sia più importante di qualsiasi gusto e di qualsiasi ideologia. L’amatriciana, caro Catarci, non si serve per decreto.

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