Filippo Grassia
Ci sarebbe da riderne se non si trattasse di cosa seria, come riporta una nota dellAgicos. Il discorso parte dalla Finanziaria che obbliga lAmministrazione dello Stato a oscurare i siti dei bookmaker stranieri che intendono restare fuori dal nostro ordinamento. La manovra già avviata con lo studio, attento, approfondito, mai umorale, delle varie posizioni si completerà con la chiusura dei web fuorilegge. Appuntamento alla prossima settimana. Nel mirino una trentina di aziende fra cui Betandwin, Betfair, Betshop, Eurobet, Expekt, Globet, Ladbrokes, Victor Chandler e William Hill. Lelenco, come è facilmente immaginabile, è molto più lungo. Di esso fanno parte alcuni fra i più grandi operatori inglesi che hanno chiesto un incontro ufficiale con il Gaming Board, lente di riferimento, per verificare la possibilità di contrastare la nuova legge italiana. Ma non si parla solo di portare largomento allattenzione dellUnione Europea e quindi di verificare in questa sede la legittimità del nostro ordinamento. Macchè.
La lobby dei giochi, secondo notizie di agenzia, intende sollecitare il governo inglese ad avviare azioni di ritorsione contro il nostro Paese per loscuramento dei siti: la più gettonata riguarderebbe lesportazione di vino dallItalia al Regno Unito che al momento vale 250 milioni di sterline. Manovra da oscuro medioevo. Come si comporterebbero i bookmaker inglesi e i lobbisti amici se unazienda italiana volesse raccogliere scommesse a casa loro senza seguirne le regole amministrative e fiscali? La prenderebbero a calci nel sedere. Ma lItalia non è matrigna, anzi. Per chi non ha seguito i precedenti capitoli, vale la pena di ricordare che qualsiasi bookmaker può esercitare la propria attività nel Bel Paese purché costituisca un server con suffisso it, acquisisca una concessione fisica e paghi le imposte previste dalle nostre leggi. Che, per le scommesse fino a 3 eventi, ammontano al 3%. E allora... Di sicuro le manovre dei bookmaker inglesi e i probabili ricorsi allUe non comporteranno ritardi nellapplicazione della legge che intende garantire allo stesso tempo lattività dei concessionari in regola con le leggi e il gettito delle imposte fiscali.
Il campionato mondiale di calcio si avvicina e, per lAams, si ripropone il problema di allargare la rete per incrementare la raccolta e ridurre al minimo il gioco fuorilegge. Un giochino da niente. Da fonte autorevole rimbalza la voce che i Monopoli potrebbero riprendere nuovamente lipotesi di dare vita ai cosiddetti punti remoti, stralciati nella Finanziaria, con autorizzazioni a tempo determinato. E questo perché ci vuole almeno un anno prima di aprire nuovi punti attraverso un regolare bando di gara. Immaginatevi il percorso fatto di domande che arrivano, commissioni che si riuniscono, sconfitti che reclamano e vincitori che finalmente aprono le nuove agenzie. Si profilano quindi scenari in chiaroscuro alla vigilia di un avvenimento di cui si conoscono le date da anni. Per fortuna ci sono anche certezze. Quelle legate al rinnovo delle concessioni sportive e ippiche.
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