La Croisette premia la difesa della vita

Una vita impedita di nascere in 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni di Cristian Mungiu; due trattenute dal morire nella Foresta di Mogari di Naomi Kawase e ne Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel... Anche la giuria del Festival di Cannes, presieduta da Stephen Frears, premia il lavoro degli sceneggiatori più che quello dei registi, magari coincidenti; l'identità dei personaggi più che quella degli interpreti.
4 mesi, 3 settimane e 2 giorni di Cristian Mungiu completa con la palma d'oro il trionfo romeno, aperto nel «Certain regard» da California Dreamin' di Cristian Nemescu. Il film di Mungiu era favorito per la qualità, ma anche per l'orientamento dei festival per nuovi autori e cinematografie: nei teatri di posa di Bucarest e su sfondi romeni si girano infatti molti film importanti, anche hollywoodiani. L'aborto, aveva già colpito una giuria veneziana, quella presieduta da John Boorman, che premiò Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh. Ora l'atteggiamento verso l'aborto di 4 mesi, fin dal titolo che allude alla durata della gravidanza, non è di approvazione: Mungiu mostra perfino il feto espulso e gli abortisti non gliene saranno grati.
La foresta di Mogari, ambientato in un ospizio, ha avuto il gran premio della giuria; Lo scafandro e la farfalla, ambientato in un ospedale per incurabili, il premio per la regia. Entrambi finiscono con la morte dei rispettivi personaggi principali, evento solito; insolito è che non muoiano per eutanasia e i film siano stati premiati egualmente.
Gus Van Sant ha avuto il premio speciale della sessantesima edizione per Paranoid Park: qui ha prevalso la diplomazia, nel senso che andava dato qualcosa a uno dei registi statunitensi che partecipavano con film americani. La serialità di Paranoid Park, scampolo di Elephant, non è parsa inibente, forse perché i giurati non sono tenuti a conoscere le carriere dei colleghi.
La giovane e coreana, oltre che brava, Jeon Do-yeon di Secret Sunshine («Segreto splendore»), di Lee Chang-dong, è parsa alla giuria migliore attrice che la vecchia e russa Galina Vishnevsakaya di Alexandra, di Alexander Sokurov, il quale ha ora ulteriori motivi di essere depresso; anzi, in Russia finisce il premio all'attore, Konstantin Lavronenko, del film del suo rivale, Andrei Zvyagintsev, The Banishment («La messa al bando»).


Infine, ex aequo, salomonico premio della giuria a film opposti: Persepoli di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, cartone animato a sfondo iraniano, autobiografia arguta e amara; e il prolisso e compunto adulterio fra mennoniti in Messico raccontato da Luce silenziosa di Carlo Reygadas. Tenuto conto del premio per la sceneggiatura a Fatih Akin per Auf der anderen Seite («Dall'altra parte») di Akin stesso, coproduzione turco-tedesca, quasi ogni area del mondo è accontentata.

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