da Gravina di Puglia (Bari)
Ha raccolto il pallone e lo ha calciato verso gli amici; poi ha tentato di scalare il muretto che delimita laccesso al garage e si è aggrappato a una statua di gesso, che però non ha retto e lo ha schiacciato: Giuseppe Di Palma, un bambino che il 2 luglio avrebbe compiuto 12 anni, è morto così, durante un pomeriggio di giochi alla periferia di Gravina in Puglia, quarantacinquemila abitanti, una cinquantina di chilometri da Bari, lo stesso paese dove si è consumato il tragico destino di Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini che tutti chiamavano Ciccio e Tore, scomparsi e trovati senza vita nella cisterna di unantica residenza nobiliare nota come «la casa delle cento stanze». Subito dopo lincidente, Giuseppe è stato soccorso ed è stato trasportato allospedale di Altamura, dove i medici hanno disposto il trasferimento al Policlinico di Bari. Ma ormai non cera più niente da fare: troppo gravi le lesioni riportate, il bambino è morto durante la notte: aveva battuto la testa sullasfalto e in più aveva riportato lo schiacciamento delladdome.
Nel giro di poco tempo è stata ricostruita la dinamica ed è stato accertato che si è trattato di un incidente: per questo la pm del tribunale, Isabella Ginefra, non ha ritenuto necessario disporre lautopsia. Su Gravina in Puglia, il paese già segnato dal dramma di Ciccio e Tore, si è abbattuta unaltra ondata di dolore e disperazione. «È una maledizione», dice Loredana, mentre porta a spasso la figlia di 18 mesi nel passeggino, mentre nella scuola media Montemurro, quella frequentata da Giuseppe, cè chi commenta con amarezza: «Qui i bambini non sanno dove andare a giocare e si ritrovano per strada». In tanti ieri si sono radunati dinanzi al luogo della tragedia: molti sono rimasti in silenzio, gli occhi incollati su quel cancello in ferro battuto che delimita lingresso dellabitazione, al numero 9 di via Argentario, là dove il giorno prima cinque ragazzini si erano riuniti per trascorrere qualche ora giocando a pallone. È accaduto poco prima delle 19: la palla è finita oltre il cancello ed è scivolata in un garage dopo una discesa di un metro e mezzo. In casa non cera nessuno. Giuseppe è riuscito a entrare azionando il pulsante di apertura del portone, ha restituito il pallone agli amici e al momento di tornare per strada ha tentato di arrampicarsi sul muretto laterale: il bambino si è aggrappato a una delle tre statue in gesso a ridosso di un giardinetto, ma la scultura non era fissata al basamento e gli è caduta addosso.
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