Crollo di Pompei, Bondi replica a Napolitano: "Se avessi responsabilità mi dimetterei"

Sopralluogo del ministro all'area archeologica: "Piano straordinario,riferirò immeditamente a Camere e Colle". Pompei: 240 milioni per salvarla. L'indignazione di Napolitano. Resca, direttore generale dei Beni culturali: "Ora bisogna dare ai manager la gestione dei nostri capolavori. Fondi e tutela mancano da 30 anni, i tagli non aiutano"

Crollo di Pompei, Bondi replica a Napolitano: 
"Se avessi responsabilità mi dimetterei"

Pompei - "Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto". Il  ministro dei Beni e delle Attività culturali Sandro Bondi al termine del sopralluogo nella Schola Armaturarum di Pompei, crollata ieri, rispondendo alle tante critiche e anche al duro intervento di ieri del presidente della Repubblica.

Piano straordinario Bondi ha annunciato "un piano di manutenzione straordinaria per le case di Pompei, molte delle quali - ha detto - sono a rischio". Il ministro ha anche detto che tornerà a breve nel sito archeologico mentre vanno avanti le valutazioni dei tecnici sullo stato del sito stesso.

Affreschi recuperabili "Pensiamo che gli affreschi della schola armaturarum siano recuperabili. C’è stato un intervento di restauro nel ’47 - ha prosegue Bondi - e l'edificio potrà essere ricostruito così come era dopo la Seconda guerra mondiale".

"Il problema è come si spendono i soldi" Bondi contesta che ci sia «solo un problema di risorse» per la gestione del sito archeologico di Pompei. Rispondendo alle domande dei giornalisti ha detto: "Non c’è solo un problema di risorse ma anche di come si spende. Negli anni scorsi si è riusciti a spendere solo la metà dei fondi assegnati".

Le cause Il crollo  è stato determinato dalle infiltrazioni di acqua nel retrostante terrapieno e dal peso del tetto in cemento armato realizzato durante il restauro avvenuto nel 1947, dopo il secondo conflitto mondiale. Lo ribadisce il ministro. "Il crollo che c’è stato è limitato a un edificio. Le ragioni sono molto chiare e derivano da infiltrazioni d’acqua e dal restauro effettuato negli anni ’50 con una copertura di cemento armato che - ha spiegato - ha determinato il crollo dell’edificio".

"Possibili altri crolli" Altri crolli di edifici sono possibili a Pompei, visto lo stato del sito archeologico ha spiegato Bondi. "Provo un sentimento di angoscia perchè questi crolli , come è stto spiegato dai nostri tecnici, potrebbero riguardare altri edifici, soprattutto nella parte dell’ area archeologica che si affaccia sulle zone scoperte e non ancora restaurate". "C’ è un grande lavoro da fare qui e ne riferirò al presidente del Consiglio, al Parlamento e al Capo dello Stato".

La proposta "Vorrei proporre in un prossimo futuro la costituzione di un gruppo di lavoro scientifico per affiancare la Soprintendenza archeologica, composto da persone che hanno avuto un grande ruolo in questo settore".

Il gruppo di lavoro sarà composto - ha precisato Bondi - dall’ ex Soprintendente Giuseppe Proietti, da Stefano De Caro, direttore generale per le antichità del Ministero per i Beni culturali e dall’ archeologo Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali.

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