Alberto Genovese patteggia per l'evasione fiscale. Multa da 75mila euro

Il gup del tribunale di Milano ha accolto la richiesta: pena di 10 mesi convertita in sanzione. Il prossimo 9 luglio è prevista la sentenza relativa al secondo filone di indagini sugli abusi sessuali

Alberto Genovese patteggia per l'evasione fiscale. Multa da 75mila euro
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Alberto Genovese ha patteggiato una pena di 10 mesi, convertita in una multa da 75mila euro, in relazione all'accusa di una presunta evasione fiscale per 4,3 milioni di euro. La decisione è stata presa martedì 2 luglio dal gup del Tribunale di Milano, Chiara Valori, che ha accolto la richiesta di patteggiamento formulata dai legali dell'imputato. L'ex imprenditore, già condannato in via definitiva a 6 anni e 11 mesi per aver drogato e violentato due ragazze, è di nuovo a processo per altre accuse di abusi sessuali. La sentenza relativa a questo secondo filone di indagine è attesa per il prossimo 9 luglio.

L'accusa di evasione fiscale

L'accusa di evasione fiscale fa riferimento a una presunta dichiarazione infedele dei redditi risalente al periodo tra il 2018 e il 2019. Secondo le indagini coordinate dal pm Paolo Filippini, e condotte dalla Guardia di Finanza, Alberto Genovese avrebbe pagato meno tasse di quelle dovute utilizzando una "società schermo". In questo modo "non avrebbe indicato tra i redditi personali di natura finanziaria le plusvalenze di euro 9.887.455" relative alla "cessioni di partecipazioni detenute" in altre due società.

Il patteggiamento della pena

Lo scorso giugno, i legali dell'imprenditore, gli avvocati Salvatore Scuto e Davide Ferrari, avevano avanzato al gup Chiara Valori la proposta di patteggiare una pena di 10 mesi di reclusione, commutandola in una sanzione pecuniaria (multa ndr) da 75mila euro. E la giudice questa mattina ha dato parere favorevole, anche in considerazione del fatto che Genovese ha già saldato i conti con il Fisco.

Il secondo filone di indagine

Alberto Genovese è imputato per un secondo filone di indagine relativo ad altri, presunti abusi sessuali e reati in materia di droga. A processo ci sono anche l'ex fidanzata dell'epoca, Sarah Borruso, accusata di violenza sessuale di gruppo, e il braccio destro dell'imprenditore, Daniele Leali, a cui vengono contestate la detenzione e la cessione di droga e l'intralcio alla giustizia (avrebbe offerto 8 mila euro alla prima vittima in cambio del silenzio).

Nell'udienza di oggi i legali degli imputati hanno chiesto l'assoluzione. I pm Filippini e Rosaria Stagnaro hanno chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi per Genovese. Richiesti cinque anni per Leali e tre per Borruso, già condanna a 2 anni e 5 mesi nel primo processo.

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