Cronaca giudiziaria

"Bastardo che deve marcire in prigione". L'affondo di Salvini sul killer di Senago

Il ministro Salvini non usa mezze misure e auspica che Alessando Impagnatiello resti in carcere "fino alla fine dei suoi giorni", invocando anche una riforma della giustizia

"Bastardo che deve marcire in prigione". L'affondo di Salvini sul killer di Senago

Ascolta ora: ""Bastardo che deve marcire in prigione". L'affondo di Salvini sul killer di Senago"

"Bastardo che deve marcire in prigione". L'affondo di Salvini sul killer di Senago

00:00 / 00:00
100 %

Matteo Salvini, ospite alla festa della Lega di Treviglio, ha commentato l'omicidio di Senago, il brutale massacro di Giulia Tramontano da parte del compagno, Alessandro Impagnatiello. Un caso di cronaca che ha sconvolto il Paese sia per le modalità con le quali è stato compiuto, sia perché la ragazza era incinta al settimo mese e l'assassino non ha lasciato scampo nemmeno a suo figlio. Il killer, definito "mostro" dalla sua stessa madre, si trova ora in carcere ma il giudice non gli ha riconosciuto le aggravanti della crudeltà e della premeditazione.

Il leader della Lega non ha usato mezzi termini, definendo Impagnatiello un "bastardo, che deve marcire in galera fino alla fine dei suoi giorni". Usa parole forti il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, facendosi però voce di popolo. La morte di Giulia ha colpito tutti, la freddezza dell'assassino, che fino a poche ore prima della confessione cercava di tessere la sua tela per depistare le indagini, ha sconvolto e fatto rabbrividire. Giulia sarebbe morta perché Impagnatiello era "stressato", così ha dichiarato lui stesso durante la confessione, dalle due relazioni parallele che aveva messo in piedi. E quando Giulia ha scoperto che nella vita del suo compagno c'era un'altra, ignara dell'esistenza della prima, lui a quel punto avrebbe deciso di farne fuori una.

"l giudice per il momento non ravvisa crudeltà e premeditazione... A maggior ragione, approveremo una riforma della giustizia che in questo Paese serve come il pane. Chi sbaglia paga, e anche il giudice se sbaglia paga", ha dichiarato Salvini, rispondendo alle tante domande che tutti si pongono in questi giorni davanti a un simile, brutale, omicidio. Sono ancora in corso le indagini per verificare se ci siano stati complici in questa vicenda, perché per gli inquirenti restano troppi buchi neri nella ricostruzione dell'assassino. Lui ha dichiarato di aver fatto tutto da solo ma sembra quanto meno improbabile che sia riuscito a trascinare il corpo della ragazza per le scale del palazzo e fino ai box senza aver mai incontrato nessuno.

Le indagini vanno avanti e man mano emergono tutti i depistaggi di Impagnatiello, compresi i messaggi mandati sul telefono di Giulia, gettato in un tombino dallo stesso, quando lei era già morta.

Scriveva come se fosse viva e le chiedeva di tornare a casa, invece la ragazza giaceva esanime nel bagagliaio della sua auto, dove è rimasta per due lunghissimi giorni.

Commenti