Cronaca giudiziaria

Ora la procura punta al rito immediato: che cosa rischia Alessia Pifferi

Se il giudice dovesse accettare la prossima richiesta dei pm, si salterebbe l'udienza preliminare. La nuova difesa della donna, con l'avvocato Fausto Teti, potrebbe percorrere la strada della perizia psichiatrica

Ora la procura punta al rito immediato: che cosa rischia Alessia Pifferi

Oggi un passaggio di appena dieci minuti nell'aula del tribunale per analizzare l'esito di una recente perizia tecnica: si tratta dell'ultimo atto prima che l'accusa provveda a formalizzare la richiesta di processo con rito immediato nei riguardi di Alessia Pifferi. Procedimento, questo, che esclude l'udienza preliminare.

Il processo

La difesa della donna, su cui grava l'accusa di aver fatto morire di stenti la figlioletta Diana, di appena un anno e sei mesi di età, dopo averla abbandonata all'interno della propria abitazione per sei giorni, tenterà di percorrere presumibilmente la via della perizia psichiatrica. Difesa affidata al nuovo legale della 37enne, l'avvocato Fausto Teti.

Quest'oggi sono stati analizzati i dati della perizia tecnica richiesta dal tribunale. L'incidente probatorio ha quindi chiarito il fatto che all'interno del biberon e della bottiglietta rinvenuti nei pressi della salma della bimba non ci fosse alcun genere di tranquillante, benzodiazepine comprese.

Secondo quanto già emerso dalle dichiarazioni della difesa di Alessia Pifferi, è probabile che il passo successivo sia la richiesta di una perizia psichiatrica, con l'obiettivo di chiarire se, alla base di quanto accaduto alla piccola Diana, non possa esserci una qualche vizio di mente in grado di assumere rilevanza giuridica.

Giudizio immediato

Dal canto loro, invece, i pubblici ministeri Rosaria Stagnaro e Francesco De Tommasi procederanno a formulare al giudice Fabrizio Filice la richiesta di accesso al rito del giudizio immediato. L'accusa ha tempo fino al prossimo lunedì 20 febbraio per presentare specifica istanza.

Si tratta di un procedimento speciale che consente, qualora le prove risultino evidenti, di anticipare il dibattimento senza finalità premiali per l'imputato. Il salto dalle indagini preliminari all'udienza dibattimentale consentirebbe quindi di restringere i tempi per arrivare alla sentenza. In questo modo il processo dovrebbe svolgersi dinanzi alla Corte d'Assise entro le prossime settimane.

Alessia Pifferi rischia di essere condannata all'ergastolo per l'abbandono e la morte della figlia, lasciata per sei giorni dentro casa per raggiungere il compagno nella bergamasca. Per giustificare tale decisione, la 37enne aveva parlato di un momento cruciale del suo rapporto di coppia. "Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno, ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire", aveva affermato la mamma della piccola Diana.

"È per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire", aveva concluso.

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