I giudici dell'Aquila non decidono e il giorno che doveva essere decisivo viene rimandato. Si è riservata la Corte di Appello sul ricorso presentato dai legali della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli contro la sospensione della potestà genitoriale di Nathan e Catherine. La decisione riguarda anche l'allontanamento dei loro tre figli minori e la loro collocazione in un centro protetto alla presenza della madre, decisa dal Tribunale per i Minorenni. Il collegio ha adottato questa decisione al termine della udienza documentale che si è svolta da remoto nel pomeriggio.
A essere centrali nella decisione, sono le relazioni delle tutrici dei bambini e dalla documentazione prodotta dai legali della famiglia che sperano di aver convinto i giudici. Tra i punti più controversi del provvedimento di allontanamento, oltre all'abitazione, c'era il percorso educativo, la socializzazion e la scolarizzazione dei bambini. Secondo una delle tutrici, i bimbi "non sanno leggere, stanno imparando ora l'alfabeto" e la più grande, di otto anni, "sa scrivere il suo nome sotto dettatura". Parole che smentiscono la certificazione di una scuola di Brescia sul loro grado di istruzione.
"Non c'è ancora risposta dalla famiglia sulle lezioni domiciliari impartite dalla maestra di Palmoli", ha affermato all'Ansa il sindaco del piccolo comune abruzzese, Giuseppe Masciulli, aggiungendo "ad oggi non ci sono novità rispetto a una settimana fa". Ancora: "Non c'è ancora alcun contatto né con la famiglia né con gli avvocati". Sulla questione del progetto da presentare all'ufficio tecnico comunale in merito ad ampliamento e adeguamento del casolare nel bosco, Masciulli spiega che "non è stato ancora depositato nulla in Comune". Il geometra Simone Agostino, che aveva dato la sua disponibilità a occuparsi del progetto per rendere l'abitazione più confortevole per i tre bambini, conferma di non aver ottenuto informazioni da Nathan Trevallion.
"Natale è alle porte e mi auguro sia un Natale di pace e gioia per questa famiglia che non ha fatto nulla di male, voleva solo vivere in libertà, nel massimo rispetto delle leggi dello Stato che li sta ospitando", conclude.