
L'incidente probatorio del caso di Garlasco in questi giorni si concentrerà sul dna "ignoto" ritrovato nel tampone orale effettuato a Chiara Poggi durante l'autopsia. È stato appurato che su quella garza, "non sterile", c'è un Dna noto, che è quello dell'assistente del medico legale che condusse l'autopsia. Ma c'è anche un Dna non associato, al quale ora la procura vuole fare in modo di dare un nome. Per quanta ragione, a quanto viene riferito, quel Dna verrà comparato con almeno 30 soggetti che, a vario titolo, sono entrati a contatto con il cadavere. Tra questi, c'è anche il tecnico che si occupò di riesumare il corpo di Chiara Poggi per prendere le impronte dattiloscopiche.
Si tratta di un passaggio necessario per esclusione: se il patrimonio genetico dei soggetti non troverà corrispondenza con quello nel tampone, allora si allontanerà l'ipotesi che possa trattarsi di una contaminazione. Tutte le persone della stretta cerchia di Chiara Poggi sono state già comparate con il Dna, inclusi Alberto Stasi e Andrea Sempio: nessuno ha evidenziato una corrispondenza. Il profilo "ignoto" divide i consulenti delle parti perché, se per qualcuno è "netto, completo, robusto e con 22 marcatori", per altri come il generale Luciano Garofalo e Marzo Capra è una contaminazione, che non ha alcun rilievo ai fini dell'indagine. La procura sembra essere convinta della presenza di più persone all'interno dell'abitazione dei Poggi quando la vittima veniva barbaramente uccisa.
Nella mail inviata dalla genetista ai consulenti nel pomeriggio oggi si riferisce che sono tre su cinque i risultati "utili". Uno ha mostrato un aplotipo Y (linea maschile) compatibile al 99% con Ernesto Gabriele Ferrari l'assistente del medico legale, un secondo è in parte sovrapponibile a Ferrari e in parte no (fino a qui gli elementi noti) e la seconda replica odierna ha restituito anche nel terzo prelievo una traccia "mista" di Ferrari e dello stesso materiale ignoto. La traccia con la "maggiore concentrazione maschile", circa 4 picogrammi rispetto alla concentrazioni nell'ordine dei 40.000 picogrammi della vittima, è stata esaurita durante l'incidente probatorio. Tuttavia, questo non rende inutilizzabili i risultati: se fossero necessari ulteriori approfondimenti si potrebbe procedere su "carta". Si legge così nella mail inviata dalla genetista ai periti, dove si aggiunge: "Per quanto attiene le attività di mia competenza per il momento ho terminato. Ci aggiorniamo al mio rientro ad agosto per il prosieguo".
È anche per questo motivo che in questa fase delle indagini ha fatto il suo ingresso anche il telefono fisso che la famiglia Poggi teneva accanto alle scale che portano al piano di sopra.
Perché la goccia di sangue trovata sotto la cornetta è stato stimato che abbia impattato con un angolo di 19 gradi, incompatibile con una ricostruzione che vede la cornetta rimanere sempre al suo posto, perché non ci sarebbe stato lo spazio per il passaggio. Invece, tra le attuali ipotesi c'è quella che Chiara possa aver sollevato il telefono per chiedere aiuto e il killer lo abbia rimesso a posto.