
È giallo sugli oggetti della roggia di Tromello che un mese fa i carabinieri hanno cercato su indicazione del "supertestimone" che ha parlato anche a Le Iene. Da nuove indiscrezioni sul caso di Garlasco, infatti, pare che un mese e mezzo fa, quando è stato effettuato il sopralluogo, gli investigatori non abbiano trovato nulla nella roggia ma abbiano effettuato il sequestro da un manovale egiziano che aveva ritrovato la borsa alcuni anni fa. Il nuovo elemento è emerso dalla puntata di Ore 14, il programma in onda nel pomeriggio di Rai Due.
Pare, infatti, che mentre gli investigatori dragavano la roggia, un operaio abbia chiamato il muratore egiziano per informarlo che nei pressi della sua abitazione (davanti a quella della famiglia Cappa, sulla sponda opposta della roggia) era pieno di forze dell'ordine e giornalisti. L'uomo, intuendo qualcosa, ha preso contatti con la stazione dei carabinieri di Gombolò, pertinente per quell'area, riferendo che lui sette anni fa, nel 2018 aveva ritrovato un borsone nella roggia. Ben prima che venisse pulita dagli operai del comune, infatti, il manovale sostiene di essersi impegnato personalmente in un'operazione di pulizia dalla spazzatura e di aver trovato in quell'occasione il borsone contenente due asce, di cui una con solo la testa, la mazzetta e la pinza da camino. Quegli attrezzi sono stati conservati per tutto questo tempo dal muratore all'interno di un magazzino e subito dopo aver effettuato la segnalazione sono stati messi a disposizione degli investigatori.
Quindi, quegli oggetti si trovano fuori dall'acqua da almeno 7 anni ma non può essere verificata la veridicità del racconto riferito dal "supertestimone", in quanto la persona che a lui ha riferito la circostanza del "tonfo" nella roggia la mattina del 13 agosto 2007, quando è stata uccisa Chiara Poggi, è morta tempo fa. Tuttavia, al di là del fatto che quegli oggetti non sono stati finora collocati sulla scena del delitto, ed è probabile che non abbiano nulla a che fare con esso, che il manovale li abbia ritrovati in autonomia 7 anni prima in quel punto, senza conoscere il supertestimone e ben prima che lui parlasse.
Questo, nei fatti, esclude l'ipotesi che qualcuno li possa aver abbandonati nella roggia dopo il racconto, perché a quel punto erano già nel magazzino del manovale, senza che nessuno lo sapesse.
Su quegli oggetti sono in corso esami e approfondimenti sui quali non si sa nulla, dalla procura è stato chiesto massimo riserbo. Probabilmente non daranno alcuna informazione utile e non saranno collocati nella scena del crimine, ma in questa fase dell'indagine bisogna considerare ogni elemento.