
Il Dna "ignoto" trovato nella bocca di Chiara Poggi potrebbe cambiare il corso delle indagini. È necessaria la massima cautela ma nel caso in cui la ripetizione dell'esame dovesse confermare il profilo, e si escludessero tutte le persone che, in vari momenti, potrebbero essere entrati a contatto con la vittima creando una contaminazione, ci sarebbe la certezza che sulla scena del crimine c'erano almeno due persone. Il tampone orale che è stato effettuato in sede di autopsia presenta due differenti Dna. Uno è dell'assistente del medico legale, e pare si trovi sulle parti laterali del tampone, l'altro è al centro e presenta 22 marcatori.
Sono già stati escluse le compatibilità con Andrea Sempio (indagato) e Alberto Stasi (condannato) e con soccorritori, medici legali, consulenti tecnici, familiari. Ora verranno effettuati i test di compatibilità con altri soggetti che potrebbero essere entrati in contatto con la vittima tra inquirenti e tecnici: una circostanza che al momento viene considerata remota, visto che pare che il materiale genetico "ignoto", come riferisce il Corriere della Sera, sia abbondante. Remota ma non impossibile, pertanto devono essere effettuati tutti i controlli del caso per effettuare le esclusioni. E se ci dovesse essere un match, a quel punto la pista del tampone cadrebbe e non si andrebbe oltre: sarebbe contaminazione e non servirebbe indagare ulteriormente. I consulenti della famiglia Poggi credono che non ci saranno nuove indicazioni da quel tampone e che sia solo una contaminazione, dalle parti di Stasi, invece, non si parla. Anche la difesa di Sempio non considera rilevanti queste nuove ipotesi.
Ma se nessuno dei profili di tecnici, operatori sanitari, carabinieri, periti, consulenti, tecnici e qualunque altro soggetto possa essere entrato in contatto con il cadavere dovesse corrispondere, allora quel tampone diventerebbe centrale nell'indagine e gli investigatori dovranno fare di tutto per trovare l'attribuzione. Solo chi è entrato in contatto con la vittima nel momento dell'omicidio potrebbe lasciare il suo Dna nella sua bocca, dove a causa di movimenti linguali, deglutizione, presenza di saliva e attività enzimatica qualunque traccia sparisce in pochi minuti. Gli investigatori si stanno già muovendo per trovare un possibile profilo che potrebbe essere stato presente sulla scena del crimine il 13 agosto 2007 e che, secondo quella che sarebbe l'ipotesi della procura di Pavia, sarebbe il complice di Andrea Sempio, appunto indagato per omicidio in concorso.
Non c'è all'orizzonte l'ipotesi di un campionamento a tappeto del Dna come avvenne per il caso di Yara Gambirasio ma si cerca tra le vecchie amicizie di Andrea Sempio, 19enne all'epoca dei fatti. Come già fatto per i tabulati telefonici, gli investigatori potrebbero verificare il profilo generico di Capra, Biasibetti e Freddi, parte del gruppo di amici di quei tempi. Ma non verranno esclusi i compagni di scuola e nemmeno Michele Bertani, morto suicida nel 2016.
La sua figura non è mai stata al centro delle indagini ma, per completezza, visto il legame di amicizia, gli investigatori potrebbero comparare anche il suo Dna: il suo corpo è stato cremato ma risalire al profilo genetico non è un problema.