
Una svolta investigativa o l'ennesimo fuoco di paglia? Sulla traccia - o sulle tracce - di Dna maschile trovata sul tampone orale fatto a Chiara Poggi durante l'autopsia si è scatenata la consueta la guerra dei consulenti. Da una parte si parlerebbe "quasi certamente" di una contaminazione. Dall'altra di una traccia "netta" che farebbe ben sperare.
Siamo nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell'indagine a carico di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Le più recenti analisi effettuate dalla genetista della polizia Scientifica, Denise Albani, sono relative a cinque tamponi orali prelevati durante l'autopsia del medico legale, Dario Ballardini. Tamponi orali mai analizzati prima. Dai test preliminari sarebbero emersi tre campioni con profili genetici di un cromosoma Y, cioè maschili. Non appartengono e questo è certo né a Sempio né ad Alberto Stasi, il fidanzato della 26enne uccisa che per l'omicidio sconta una condanna definitiva. Secondo il genetista consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, non siamo con ogni probabilità di fronte a profili di uomini "ignoti" ma a diversi casi di contaminazione. "Prima di tutto - spiega l'esperto, ex Ris di Parma - non stiamo affatto parlando di quantitativi di materiale biologico importanti, bensì infinitesimali". Inoltre le tracce sarebbero "brutte", poco leggibili.
Il campione numero 1 è già stato attribuito al 90 per cento dell'esattezza a Ernesto Gabriele Ferrari, l'assistente in sala autoptica che ha preparato il corpo della vittima: un chiaro caso di inquinamento del reperto. I campioni numero 2 e 3 risultano, in via preliminare, al 70 per cento identici al numero 1. Cioè riconducibili anch'essi a Ferrari. Resta da capire se le verifiche delle analisi confermeranno i primi risultati o se, al contrario, il restante 30 per cento di probabilità porterà a un soggetto diverso. Tali probabili inquinamenti delle tracce, che si riscontrano spesso proprio quando il materiale a disposizione è esiguo, sono stati comunicati a tutte le parti in causa già venerdì mattina.
La replica dei test preliminari è stata eseguita dalla genetista della Scientifica nel pomeriggio di venerdì. Sono attesi i risultati, che saranno immediatamente trasmessi alle parti. Solo con questo secondo passaggio in laboratorio i dati acquistano valenza scientifica. L'attesa è forte per quei campioni non attribuiti con certezza piena: sono anche loro dell'infermiere dell'autopsia o sono davvero di un uomo ignoto?
Altre fonti infatti puntano su un ulteriore Dna del cromosoma Y, una traccia definita "molto netta", che sarebbe spuntato su uno dei cinque tamponi orali. E che non sarebbe riconducibile a Ferrari, né a nessun altro uomo fin qui preso in considerazione dalle indagini (né a Sempio né a Stasi). Se la ripetizione dei test confermerà tutto questo, e escluderà quindi l'attribuibilità all'assistente autoptico, la traccia assumerebbe valore importante. Soprattutto perché il Dna dell'ignoto si trovava nella bocca della vittima e ci potrebbe essere finito contestualmente all'aggressione.
A quel punto partirebbe la comparazione con tutti i Dna maschili - sono decine - raccolti durante le indagini, quelli di parenti e investigatori (per l'esclusione), amici e frequentatori di casa Poggi. A caccia di un match.