
Per oltre un anno il magistrato nisseno Lirio Conti, oggi in servizio all’ufficio Gip di Palermo, ha viaggiato su una Porsche Cayenne concessa in comodato d'uso gratuito dai fratelli Rocco e Salvatore Luca, titolari di una concessionaria di auto di lusso a Gela, in provincia di Caltanissetta. La notizia di per sé non avrebbe nessuna rilevanza, sennonché il fatto che il magistrato quando era al tribunale di Gela, in servizio tra il 2007 e il 2019, assolse Salvatore Luca dall’accusa di favoreggiamento alla latitanza di un killer del clan Emmanuello. Sentenza poi ribaltata in appello, con una condanna definitiva. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha definito quei rapporti quantomeno "inopportuni". La notizia è stata riportata dal quotidiano Repubblica nell'edizione di Palermo.
Non si tratterebbe di un episodio isolato: tra il 2007 e il 2019, in vari procedimenti, Conti si trovò più volte a decidere su richieste investigative o giudiziarie che riguardavano gli stessi imprenditori con cui intratteneva rapporti economici. Il Csm scrive nella sua relazione: "parti offese o indagati in numerosi processi al Tribunale Gela, tra i quali alcuni a lui assegnati, Conti avrebbe ottenuto numerose agevolazioni economiche: auto a prezzi scontati; vendeva o permutava le proprie auto alle stesse concessionarie a prezzi vantaggiosi; riceveva dalle stesse in comodato gratuito, anche per lunghi periodi, autovetture di grossa cilindrata; fruiva del pagamento della polizza assicurativa con riferimento alle vetture cedute in comodato gratuito".
Oltre a una Porsche Cayenne, avuta in comodato per un anno e mezzo, il magistrato avrebbe acquistato e rivenduto autovetture a condizioni di vantaggio. Secondo la ricostruzione il giudice avrebbe ricevuto agevolazioni economiche e benefici difficili da giustificare, specie in considerazione del ruolo che in quello stesso periodo Conti assumeva nei procedimenti riguardanti gli stessi imprenditori. Nel 2019, la sezione disciplinare dispose per Conti il trasferimento, in via cautelare e provvisoria, al Tribunale di Palermo. Il magistrato era stato indagato per corruzione a Catania per la stessa vicenda, ma l'accusa a suo carico era stata archiviata su richiesta del pm. "Da buon magistrato - dice Conti al Giornale di Sicilia - non commento il merito del provvedimento. Si tratta di una decisione non condivisibile che non mi è stata ancora notificata. Attendo di conoscere le motivazioni. Impugneremo il provvedimento".
Ora, con la bocciatura del Csm, la sua progressione di carriera e lo stipendio resteranno congelati fino alla prossima verifica, fissata tra due anni invece che quattro. Se anche la successiva valutazione dovesse risultare negativa, la conseguenza sarebbe la radiazione dalla magistratura.