"Il killer non era solo, già 18 anni fa...". La rivelazione del medico legale su Garlasco

Il dott. Francesco Maria Avato, che 18 anni venne incaricato dalla difesa di Stasi, rivelò che c'erano almeno 2 persone in casa Poggi quando Chiara è stata uccisa

I rilievi dei Ris nel 2007 nella villetta di Garlasco
I rilievi dei Ris nel 2007 nella villetta di Garlasco
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L'incidente probatorio per il delitto di Chiara Poggi è appena iniziato ma sono già emersi alcuni dettagli che potrebbero potenzialmente cambiare, almeno in parte, le dinamiche dell'omicidio di Garlasco. La procura sembra orientata a ipotizzare la presenza di più di una persona sulla scena del crimine, e questo lo si evince anche dall'iscrizione di Andrea Sempio nel registro degli indagati per omicidio in concorso. Ma a questa conclusione non si arriva oggi per la prima volta, perché il quotidiano il Giorno ha intervistato Francesco Maria Avato, che per anni è stato direttore di Medicina legale dell’Università di Ferrara. È considerato uno dei massimi esperti di medicina legale in Italia e 18 anni fa è stato nominato dai legali di Alberto Stasi e quell'incarico ha prodotto una relazione di 144 pagine.

"Chi scrive ritiene, sulla base dei rilievi e del peso della ragazza, che il trasporto del corpo richiedesse l’attività di almeno due persone. È da supporre che una persona sostenesse gli arti inferiori e un’altra provvedesse a sollevare il tronco", si legge in quel documento. Ma, spiega nell'intervista, "non venni ascoltato. E ora la procura sembra darci ragione. Si ipotizza la presenza di più persone. L’avevo detto tanti anni fa". A Pavia, prosegue il medico, "c'era la dinamica di una gara. I nostri risultati non sono stati apprezzati, abbiamo giocato di rimessa. Eppure fummo i primi ad indicare l’ora del decesso in base ad un’indagine delicata, articolata".

Avato ha spiegato che i carabinieri sono entrati 8 volte nella vitta di casa Poggi, "erano più numerose le loro impronte di quelle delle persone che abitavano nella villetta". Sulla riapertura del caso e su sviluppi importanti, visti gli anni che sono passati, Avato oggi si mostra scettico: "Prove mai esaminate, prove che si sono deteriorate. Questo è Garlasco. E non è certo colpa nostra".

I primi giorni di luglio si proseguire con l'incidente probatorio e potrebbero arrivare i primi risultati dei test eseguiti sulle impronte e sui resti ritrovati nella spazzatura, tra i quali un capello di 3 cm che non era mai stati individuato. Non si può ancora sapere quali risultati emergeranno e se potrebbero essere utili all'indagine. Ma la procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone vuole eliminare ogni dubbio.

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