Cronaca giudiziaria

Lucravano sui clandestini: arrestati tre stranieri con reddito di cittadinanza

Tre tunisini residenti nelle Marche sono stati accusati di aver messo in piedi un sistema ben rodato per guadagnare sull'immigrazione clandestina. Procuravano ai clandestini la documentazione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno, sfruttando residenze fittizie e falsi posti di lavoro

Lucravano sui clandestini: arrestati tre stranieri con reddito di cittadinanza

Avrebbero messo in piedi, secondo le accuse, un sistema ben rodato (grazie ad alcuni complici) volto ad agevolare l'immigrazione clandestina in Italia. E pur traendone vantaggi in termini economici, avrebbero richiesto ed ottenuto anche il reddito di cittadinanza. Protagonisti della vicenda che arriva dalle Marche sono tre uomini originari della Tunisia, raggiunti nei giorni scorsi dalla misura cautelare della custodia in carcere. Uno di loro (ritenuto il capo dell'organizzazione) è finito in carcere a Macerata, un secondo si trova agli arresti domiciliari a Ferrara (dove aveva temporaneamente preso in affitto un appartamento) mentre il terzo non è ancora stato rintracciato.

Stando a quanto riportato dalla stampa marchigiana, i tre avevano architettato un piano ingegnoso per lucrare sui clandestini: dietro lauto compenso, promettevano a cittadini provenienti dall'Africa del Nord i documenti necessari ad ottenere l'agognato permesso di soggiorno. Dopo il pagamento, provvedevano quindi a trovare loro un impiego fittizio e una falsa residenza. Così facendo, sarebbero riusciti ad accumulare proventi notevoli, anche se gli investigatori non escludono che i tre possano a loro volta essere dei "vassalli" di un'organizzazione capace di operare anche in altri Paesi d'Europa. E non è tutto: a dispetto dei guadagni (ovviamente non dichiarati) i tre magrebini risultavano di fatto nullatenenti. Alla luce della loro situazione, avevano peraltro deciso di inoltrare all'Inps la domanda propedeutica all'erogazione del reddito di cittadinanza. Nulla di illegale, paradossalmente: sulla carta ne avevano evidentemente i requisiti in termini di reddito (reddito dichiarato, logicamente) e di residenza sul territorio nazionale.

Tant'è che l'ente si era a quanto pare espresso favorevolmente, dando loro modo di percepire il sussidio per diverso tempo. Ad inchiodarli sarebbe stata in primis un'operazione portata a termine dalla Digos nei giorni scorsi, che avrebbe accertato la presenza di un paio di uomini privi di permesso di soggiorno in un casolare nella provincia di Macerata. Lo stesso nel quale risultava domiciliato uno dei tre nordafricani, per una coincidenza che ha dato il "la" ai passaggi successivi. L'inchiesta promette però di allargarsi ulteriormente: se da un lato i poliziotti sono sulle tracce del terzo sospettato, dall'altro starebbero indagando anche su eventuali "agganci" che il gruppo sarebbe riuscito a trovare fra ex-impiegati negli uffici comunali, imprenditori e titolari di un centro di assistenza fiscale.

Ecco perchè risulterebbero indagate altre cinque persone, che per il momento hanno però respinto ogni accusa tramite i rispettivi legali.

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