Maltrattamenti sulle atlete. Processo contro Maccarani

L'ex dt della ginnastica ritmica alla sbarra: 4 "farfalle" si costituiscono parte civile. Lei: "Mai offeso nessuno"

Maltrattamenti sulle atlete. Processo contro Maccarani
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Indagata, ammonita e sospesa per 3 mesi ma assolta dalla giustizia sportiva. Poco dopo Parigi 2024 (e il bronzo), licenziata in tronco e allontanata dalla sua squadra. Ora Emanuela Maccarani è stata rinviata a giudizio con un'imputazione coatta della gip monzese Angela Colella, dopo che la Procura di Monza aveva chiesto l'archiviazione. Si riapre così il caso per maltrattamenti aggravati davanti al gup Silvia Pansini che ha fissato al 10 febbraio la prima udienza contro la super coach dell'accademia nazionale di ginnastica di Desio.

«Dea ex machina» della Ritmica italiana fin dal 1996, da 3 anni è nell'occhio del ciclone per presunti abusi sulle Farfalle. Ora, da entrambe le parti, pur contrapposte, per una volta tutti concordano: a questo punto «un dibattimento serve». Servirà a lei, la Dt più vincente degli sport italiani con 3 sigilli olimpici, 2 ori mondiali, 6 argenti e 4 bronzi: «Porterò molti testi: mi sosterranno con la loro stima e il loro affetto - ha detto la coach Non ho mai dato a nessuna della cicciona. Hanno mandato in frantumi un sistema e la mia vita. Ho perso tutto ciò che ho acquisito in 40 anni di carriera: cariche tecniche, politiche, anche come giudice». Ieri all'udienza preliminare Maccarani è presentata con l'avvocato Danila De Domenico, il marito e 3 ex atlete, Martina Santandrea, Agnese Duranti e Daniela Mogurean. Sono loro, insieme alle due capitane di ieri e di oggi, Alessia Maurelli e Laura Paris, ad aver firmato una lettera ciascuno, consegnata al giudice: «Maccarani persona fondamentale non solo nello sport ma nella nostra vita», il sunto delle missive.

Lo scorso marzo, con l'arrivo del nuovo presidente Andrea Facci, la storica dt, sotto contratto fino a giugno, è stata licenziata in tronco. Le farfalle senior intanto chiudevano le ali per spiegarle verso una nuova vita post sport. La squadra giovane, invece, sotto la guida della neo coach bulgara Mariela Pashalieva, arrancava negli appuntamenti che contano, precipitando fino al 15° posto degli ultimi Mondiali a Rio, un mese fa. Il turnover ci sta, soprattutto se gli esercizi erano già impostati ma il team è, nel frattempo, cambiato. Dal 2004, quando arrivò il primo argento olimpico ad Atene, le farfalle non erano mai volate così in basso: «Non entro nel merito: è evidente che il sistema si è sgretolato in pochissimo tempo - commenta amara Maccarani - Mi difenderò e poi ricomincerò da capo».

Alle accusatrici storiche, Anna Basta e Nina Corradini, intanto, si sono aggiunte altre due atlete, Francesca Mayer e Beatrice Tornatore, mentre parte civile si è costituita anche la organizzazione Change the Game: «Sono stati anni duri, ognuno ha i suoi tempi: sapere che altre ragazze hanno deciso di parlare ci conforta. Non ci siamo mai tirate indietro. Ora ognuno faccia i conti con la propria coscienza», hanno detto Basta e Corradini. Maltrattamenti, pressioni psicologiche, apprezzamenti poco consoni sul fisico, inviti a ridurre cibo, pesate quotidiane e collettive con tanto di commenti: le accuse, relative agli anni 2017-'20, stanno tutte li, sullo stretto crinale di quanti sacrifici uno sport al massimo livello richieda.

Metodi, anche duri, disinvolti, che vogliono essere uno sprone a migliorarsi secondo una parte, possono essere percepiti come un'ingerenza pesante nella psiche dim inorenni, secondo l'altra. La ginnastica è dura. La vita di più. Si spera che il tribunale sia finalmente anche giusto. E che a trionfare, non solo in pedana, ma anche in aula, sia la verità.

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