
Una vicenda incredibile quella raccontata da una donna di 47 anni, costretta a restituire all'assicurazione una cifra altissima ottenuta come risarcimento dopo la morte del marito avvenuta a causa del Covid. I giudici della corte d'Appello di Bologna, infatti, hanno stabilito che la cifra debba essere restituita all'assicurazione, ribaltando la sentenza del tribunale di Parma.
La triste storia della 47enne, residente a Lodi, comincia nel 2020, quando il marito, impiegato in una concessionaria d'auto, muore dopo aver contratto il Covid-19. Una perdita immane. La 47enne rimane infatti da sola con due figli da crescere. Nel 2023 il giudice di Parma condanna l'assicurazione a corrispondere alla donna un risarcimento di 200mila euro. La malattia, infatti, era stata ritenuta come una conseguenza legata al lavoro.
Nei giorni scorsi, però, tutto è cambiato. La corte d'Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza, poiché la polizza sulla vita stipulata dal coniuge non prevedeva il Covid-19. La 47enne non solo dovrà rendere i 200mila euro all'assicurazione, ma dovrà pagare anche 24mila euro di spese legali. "Sono allibita, sinceramente, arrivavamo da una sentenza di primo grado positiva, e vedere completamente ribaltata la sentenza, punto per punto, e leggere che dovrò pagare anche 24mila euro mi fa rabbia e paura, e non riesco a dare un senso a tutto questo, va bene tutto, va bene pure la restituzione del premio all'assicurazione anche se lo ritengo non corretto, ma le spese legali le vivo male, praticamente ed emotivamente, come una punizione", ha dichiarato la signora, come riportato dal Corriere di Bologna. "La causa contro l'assicurazione è iniziata a Parma perché l'agenzia è parmense e perché Dimitri è nato e cresciuto a Parma, e la sua famiglia è ancora lì e io ho ottimi rapporti con mia suocera, mia cognata e i parenti, e con Parma", ha aggiunto.
Sono stati anni terribili, di dolore per la prematura perdita e di difficoltà economiche. La donna ha però potuto fare affidamento sulla propria famiglia, e sulla famiglia del defunto marito, per andare avanti e prendersi cura dei figli, all'epoca minorenni. Purtroppo questa triste vicenda fatica a chiudersi.
"Queste sono cicatrici che necessitano di molto tempo e non andranno mai via del tutto, i segni restano, ma se si ha la fortuna di avere familiari amorevoli di sicuro si riesce ad andare avanti, c'è chi non ha avuto questa fortuna", ha affermato.Alla donna non rimane che discutere la sentenza e decidere cosa fare: continuare il procedimento, oppure accettare la sentenza.