"È materiale non segreto". Il procuratore Napoleone nega la violazione del segreto istruttorio

In una relazione al ministro della Giustizia, il procuratore ha sottolineato come nessun membro della procura, della polizia giudiziaria e i loro periti abbia rilasciato dichiarazione

"È materiale non segreto". Il procuratore Napoleone nega la violazione del segreto istruttorio
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Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che sta conducendo le indagini sul caso di Garlasco, ha inviato una relazione al ministro Carlo Nordio a fronte di una interrogazione parlamentare del capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia della Camera, Tommaso Calderone. L'onorevole ha chiesto al ministro di avere delucidazioni sulla possibile violazione del segreto istruttorio sull'indagine che vede Andrea Sempio indagato e se non ci fossero gli estremi per un procedimento disciplinare.

Nella sua relazione, il cui contenuto è stato reso noto da La provincia pavese, il procuratore ha spiegato che tutto ciò che sta circolando è "materiale non segreto" perché "conosciuto dalle parti e dai loro difensori, i quali quotidianamente compaiono nei vari talk show televisivi o in interviste sui quotidiani". Un'osservazione, quella di Napoleone, che può essere riscontrata nelle tante ore di registrato televisivo, nelle interviste concesse ai quotidiani, alle radio e ai podcast. "Nessun magistrato della Procura, nessun consulente tecnico o dirigente della polizia giudiziaria ha rilasciato interviste o dichiarazioni", prosegue ancora il procuratore, sottolineando il massimo rispetto del segreto istruttorio da parte di chi sta lavorando al caso.

Questo perché, come viene sottolineato, la prima disposizione impartita quando si è iniziato ad indagare su Sempio "è stato il divieto di diffusione di notizie" che secondo il procuratore capo "risulta essere stato rigorosamente osservato". A dimostrazione di questo, infatti, viene sottolineato che "soltanto a seguito del rifiuto da parte dell'attuale indagato Sempio e del successivo ordine del gip di rilasciare il Dna la notizia è circolata, facendo divampare di nuovo l'attenzione mediatica, che di certo nuoce anche all'efficacia ed efficienza delle indagini". A fronte della nota stilata dal procuratore capo della Procura di Pavia, La provincia pavese riferisce che il ministro della Giustizia avrebbe risposto all'interrogazione dell'onorevole Calderone, evidenziando che non esistono gli estremi per un procedimento disciplinare.

La procura sta lavorando nel silenzio con le indagini tradizionali e nulla di quanto emerso da quel fronte è stato finora rilevato.

Il dato dell'impronta 33 è emerso quando Sempio non si è presentato alla convocazione dei carabinieri per un difetto formale, ma quell'impronta era stata mostrata sia a Marco Poggi, sentito a Mestre, che ad Alberto Stasi, entrambi ascoltati come testimoni e non coinvolti in alcun modo in questa nuova indagine. Stasi, per altro, ha già una condanna in corso per lo stesso caso.

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