Assolto dall'omicidio stradale perché il fatto non sussiste. Può tirare un sospiro di sollievo Marco Granelli, ex assessore alla mobilità del comune di Milano, ora alla cura del territorio, accusato di presunte irregolarità nella realizzazione di piste ciclabili per il caso di due donne morte in incidenti stradali. Si trattava di Veronica D'Incà, 38 anni, che a bordo di una bicicletta fu investita da un camion nel febbraio 2023 in viale Brianza, lasciando una bambina di 6 anni. Cristina Scozia, 39 anni, massaggiatrice olistica e personal trainer, morì nella primavera di quello stesso anno, travolta da una betoniera su una pista ciclabile tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria.
Il gup Alberto Carboni, davanti al quale si è celebrato il processo in abbreviato non ha condiviso la tesi della procura, secondo la quale le due donne persero la vita non per una tragica fatalità, ma per la presunta negligenza degli amministratori comunali che istituirono piste ciclabili irregolari e non conformi. Contribuendo così alle dinamiche di quegli incidenti mortali.
Nei due processi sono stati assolti anche dei dirigenti comunali imputati. La procura di Milano, con la pm Barbara Benzi e lo scorso 25 settembre con il collega Mauro Clerici (entrambi del dipartimento guidato dall'aggiunta Tiziana Siciliano) le scorse udienze avevano insistito nel chiedere la condanna: a un anno e quattro mesi per la morte di D'Incà e a un anno per quella di Scozia.
Chieste condanne nel caso di D'Incà anche per l'autista del tir e per un dirigente di Palazzo Marino. E per il caso di Scozia a due anni e quattro mesi per l'autotrasportatore che potrebbe decidere di chiedere un patteggiamento.