Bus precipitato a Mestre

"Aveva il cuore sano". Cosa rivela l'autopsia sull'autista di Mestre

I medici legali proseguiranno con ulteriori accertamenti, uno dei quali, importante al fine della relazione finale, è in programma la prossima settimana

"Aveva il cuore sano". Cosa rivelano i primi dati dell'autopsia sull'autista di Mestre

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"Aveva il cuore sano". Cosa rivelano i primi dati dell'autopsia sull'autista di Mestre

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Sono stati resi noti i primi risultati parziali dell’autopsia effettuata su Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato a Mestre. A sorpresa le verifiche preliminari escluderebbero chiare evidenze di un malore occorso all'uomo mentre era alla guida. L'esame non avrebbe individuato problemi di qualche natura al cuore. Nessun infarto, quindi, per Rizzotto che sembrerebbe non abbia accusato alcun malessere. Le cause del terribile incidente in cui hanno perso la vita ventuno turisti stranieri sono ancora da scoprire.

Gli altri accertamenti

La notizia è stata data dal Corriere del Veneto, che però mantiene una certa cautela. Si tratta comunque di risultati parziali perché l'esame – del quale la procura di Venezia ha incaricato i medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini, dell'istituto di Padova – prosegue con ulteriori accertamenti, uno dei quali, importante al fine della relazione finale, è in programma la prossima settimana.

I primi indagati

Intanto, è entrata nel vivo l’inchiesta sulla strage del bus a Mestre. Nel registro degli indagati della procura di Venezia sono finite le prime tre persone: l'amministratore delegato della società proprietaria del pullman e due funzionari del Comune di Venezia del settore strade e manutenzione. Il pubblico ministero, inoltre, ha affidato l'incarico per le prime perizie, quelle sulle barriere di sicurezza del cavalcavia, a un super-esperto: l'ispettore del Mit Placido Migliorino, un tecnico che ha messo a disposizione le sue competenze anche per i magistrati di Genova, riguardo all'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi.

Continua l’indagine sul cavalcavia

L'esperto avrà quattro mesi di tempo per consegnare la sua relazione, che quindi depositerà entro febbraio 2024. Migliorino ha già compiuto un sopralluogo, "del tutto informale", sul luogo del disastro a Mestre. C'è già una bozza di calendario: inizierà le attività operative sul cavalcavia il 25 ottobre, poi c'è un programma un secondo sopralluogo il 9 novembre. Intanto la pm Laura Camali, per proseguire gli accertamenti, ha iscritto nel registro degli indagati le prime tre persone in modo che possano partecipare con i propri consulenti all'incidente probatorio. Si tratta di Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato de “La Linea”, la società che gestisce il servizio di bus navetta, Roberto di Bussolo, 51 anni, dirigente del settore viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni, responsabile del servizio manutenzione viabilità della terraferma del Comune.

L’ipotesi dell’omicidio stradale

L’accusa nei loro confronti, ancora da provare, è pesante: omicidio stradale, omicidio stradale colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose. L'iscrizione nel registro delle indagini è naturalmente un passaggio dovuto, non una affermazione di responsabilità, per consentire alle parti di nominare i propri consulenti. Nel caso di Fiorese, l'iscrizione si spiega con l'ipotesi formulata dalla procura di un guasto al pullman, un problema tecnico o un malfunzionamento che potrebbe aver portato il bus a sbandare a destra, strisciando sul guardrail, prima del cedimento.

Si vuole capire, in sostanza, se esista o meno un concorso di responsabilità tra lo stato del mezzo pesante e la eventuale precarietà del cavalcavia.

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