«Ruby ter», iniziato sei anni fa, la fine adesso ha una data precisa. Il 15 febbraio si saprà se per il tribunale di Milano Silvio Berlusconi è innocente o colpevole dell`accusa per cui i pm chiedono per lui sei anni di carcere: avere comprato a peso d`oro il silenzio e le bugie dei testimoni sfilati nell`aula del primo processo sulle feste nella villa di Arcore, concluso in appello e Cassazione con una assoluzione con formula piena. Riuscirà anche stavolta, il Cavaliere, a uscire incolume dall`offensiva dei pm milanesi?
Ieri, nell`ultima udienza, il suo difensore Federico Cecconi introduce ai giudici (settima sezione penale, presidente Marco Tremolada) un tema rilevante: questo milanese non è il primo processo di questo filone ad arrivare a conclusione. Sia a Siena che a Roma Berlusconi era imputato delle stesse accusa, per i soldi versati ai musicisti Danilo Mariani e Mariano Apicella. In entrambi i casi è stato assolto. Davanti a questi esiti, dice Cecconi, la procura di Milano si è comportata «come le mamme che disconoscono i loro figli».
Per i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio quei due processi non hanno niente a che fare con il processone milanese. Invece, dice Cecconi, a Siena e Roma si è stabilito che una condanna per corruzione è possibile solo «quando c`è un`inequivocabile e precisa prova dell`esistenza di accordi corruttivi e che le mere dazioni hanno un rilievo solo meramente indiziario». I pagamenti da parte di Berlusconi sono noti e ammessi. Quello che manca del tutto, dice il legale, è la prova che l`ex premier avesse chiesto in cambio di mentire in aula.
È vero che, rispetto ai casi giudicati a Siena e a Roma, il processo milanese presenta una differenza: Mariani e Apicella venivano retribuiti da anni, ben prima che esplodesse il caso Ruby, mentre Ruby e le altre «Olgettine» hanno iniziato a ricevere aiuti solo dopo. «Per risarcirle del danno mediatico», è stata la linea difensiva del leader di Forza Italia. Ma su questo dettaglio hanno insistito i pm nella loro requisitoria, e ieri anche l`avvocatura dello Stato, che rappresenta in aula il presidente del Consiglio, ha chiesto la condanna di Berlusconi per un «reato particolarmente grave e offensivo» a risarcire Palazzo Chigi con una provvisionale di dieci milioni.
Il 15 si chiude, con una sentenza che qualunque sia
farà discutere. Ultima a prendere la parola sarà l`imputata Barbara Guerra, che già in passato aveva attaccato Berlusconi e si era detta pronta a «dire tutta la verità»: ma poi non aveva detto niente. Sarà la volta buona?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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