Cronaca giudiziaria

Caso Sara Pedri, reintegrato il primario accusato di maltrattamenti

Il medico era stato licenziato dopo essere stato accusato di maltrattamenti nei confronti della giovane dottoressa, scomparsa il 4 marzo 2021

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Il licenziamento di Saverio Tateo, l’ex primario di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, è illegittimo e il medico dovrà essere reintegrato nel suo posto di lavoro e ricevere le retribuzioni pregresse. Lo ha deciso il giudice del lavoro di Trento, Giorgio Flaim, dopo che l'ex primario Saverio Tateo era stato licenziato l'8 novembre del 2021. Il medico ha, dunque, vinto la causa di lavoro contro l’Azienda sanitaria trentina.

Tateo, 61 anni di Bari, era stato allontanamento dalla struttura sanitaria per volere dell'Azienda Provinciale Servizi Sanitari, in seguito alla scomparsa della ginecologa originaria di Forlì, Sara Pedri. Della giovane donna si erano perse le tracce il 4 marzo 2021 all'età di 31 anni, vicino il Comune di Cles, in Trentino. Il corpo della dottoressa non è mai stato ritrovato, ma nei giorni successivi, dopo che la sua famiglia aveva sporto denuncia di scomparsa, i carabinieri avevano ritrovato la sua automobile, una Volkswagen T-Roc, parcheggiata nei pressi del ponte di Mostizzolo, sul fiume Noce, in Val di Non, un luogo tristemente conosciuto come il 'ponte dei suicidi’.

Per Tateo, che era stato accusato di maltrattamenti nei confronti della giovane dottoressa, e che già nei prossimi giorni potrebbe tornare a dirigere l’unità di Ginecologia, il licenziamento era stata una scelta d’obbligo, dopo i pareri della commissione disciplinare dell'Apss, di un'indagine interna ed il parere favorevole del comitato dei garanti. La procura aveva inoltre individuato altre 20 parti offese, destinatarie, in ambito ospedaliero, di presunti atteggiamenti vessatori, ingiurie e intimidazioni, commessi dall'ex primario. La difesa del primario ha sempre respinto le accuse, sostenendo che i disagi della ginecologa non erano da imputare alla sua ultima esperienza lavorativa, ma a fatti passati. L'Apss, a seguito della sentenza del giudice del lavoro, ha fatto sapere che "non intende esprimere commenti, almeno fino a quando non sarà in possesso del testo con le motivazioni e avrà avuto modo di fare le valutazioni necessarie per attuare i conseguenti adempimenti".

Vincenzo Ferrante, legale di Saverio Tateo e partner dello studio legale Daverio&Florio, dopo la sentenza del giudice del lavoro che ne dispone il reintegro ha invece detto: "La sentenza ricostruisce l'integrità del dottor Tateo dal punto di vista umano e professionale. Abbiamo sempre detto che si trattava di un processo alle streghe, con un provvedimento di licenziamento preso a giudizio di popolo e molto lontano dal mondo moderno.

Tutte le singole contestazioni sono state oggetto di analisi e di precisa ricostruzione, sentendo una ventina di testimoni, tra medici, infermieri, personale di sala, amministrativi e vertici dell'azienda sanitaria”.

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