Sequestrati i cellulari del marito e dell’amico: si scava nel giallo Resinovich

Sono stati sequestrati i telefoni di due uomini vicini a Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin e il sedicente amante Claudio Sterpin

Sequestrati i cellulari del marito e dell’amico: si scava nel giallo Resinovich
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Proseguono le indagini sulla morte di Liliana Resinovich: la Squadra Mobile di Trieste ha sequestrato gli smartphone in uso a due uomini. Il primo è il vedovo della donna, Sebastiano Visintin, l’altro è il sedicente amante, Claudio Sterpin.

La donna scomparve da Trieste il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico, il corpo avvolto in sacchi di plastica. Dopo che a febbraio la procura aveva chiesto l’archiviazione per suicidio, l’indagine è stata riaperta per omicidio a seguito delle opposizioni presentate da Visintin, dal fratello della donna Sergio Resinovich e dalla nipote Veronica Resinovich.

E ora si sta tornando ad analizzare sia nuovi elementi, sia vecchi elementi seppur con diversi strumenti o un altro punto di vista. Il traffico telefonico di Visintin e Sterpin era infatti già stato acquisito dagli inquirenti, ma i telefoni erano rimasti in possesso dei due uomini, in modo che le forze dell’ordine potessero intercettarli. È molto probabile che ora si analizzeranno anche degli account di posta elettronica che Liliana Resinovich utilizzava e che non sembrano essere stati scandagliati nella vecchia indagine.

Inoltre si procederà molto probabilmente all’esumazione del corpo, dato che verrà disposta una nuova perizia medico-legale. La procura ha infatti individuato il nome del professionista cui affidarla, ma al momento non se ne conosce il nome né c’è certezza sulla riesumazione.

Intanto la giornalista Tatiana Bellizzi di Ore 14 ha trovato, nel luogo in cui fu rinvenuto il corpo di Liliana Resinovich, il pezzo di una catenina che potrebbe essere appartenuto alla donna e un blister di farmaci. È stato consegnato tutto alla polizia scientifica per le analisi, ma la cugina di Resinovich sostiene di aver riconosciuto la catenina.

Nei giorni scorsi l’avvocato e presidente dell’associazione Penelope Nicodemo Gentile, che sta assistendo in quanto parte lesa Sergio Resinovich, ha invocato rispetto e maggiore centralità per la donna che ha perso la vita in circostanze ancora da scoprire. “Per ripartire, in modo serio e virtuoso - ha spiegato Gentile all’Ansa - nella ricerca di una non facile Verità, bisognerebbe mettere di nuovo al centro questa donna garbata, sulla quale si è detto tutto e il contrario di tutto, osservare un onorevole silenzio e ridarle il rispetto e la dignità che merita, sottrattale, a nostro avviso, da persone senza scrupoli, che non hanno esitato a scaricarla, come un giocattolo rotto, in un gelido prato di Trieste”.

Secondo il legale infatti, sarebbe “in corso una vera e propria contesa tra coloro che aspirano a essere le ‘persone più care a Lilly’”, mentre la stessa Resinovich sarebbe “finita sullo sfondo”, finendo per rivestire un un ruolo secondario,

una sorta di subalterno spin off, tra versioni posticce, assunti indimostrati, mezze verità e addirittura premonizioni”, all’interno di un “bailamme di queste ultime e incerte settimane di primavera”.

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