
Un anno fa entrava nell’ultimo mese della sua seconda gravidanza. Ieri è entrata in tribunale, per la prima udienza di un processo che la vede imputata per doppio omicidio volontario e soppressione di cadavere. Quello dei suoi due bambini mai voluti e sepolti in giardino pochi minuti dopo il parto. Camicia azzurro pallido, ballerine ai piedi, pantaloni blu bon ton, riccioli e occhiali scuri: sembra ancora più giovane dei suoi 22 anni Chiara Petrolini mentre varca, con un’ora di anticipo rispetto alla convocazione, il cancello del tribunale di Parma. Per pochi minuti flash e telecamere cercano di carpirne non solo l’outfit, ma soprattutto i pensieri.
Poi a parlare è solo la giustizia, di fronte al mistero di un doppio, immenso dolore. Lei si siede accanto all’avvocato Nicola Tria che, con decisione, chiede subito una perizia psichiatrica. Nell’aula, piccola e gremita di giornalisti, ci sono sia i Petrolini, genitori di Chiara, sia i Granelli, parte civile nel processo, insieme al figlio Samuel. È lui il padre negato, il fidanzato ragazzino che, come l’intero paese, nulla ha mai sospettato. Gli sguardi dei due ragazzi non si incrociano mai. Il padre di Chiara la sfiora con una carezza. Nonostante l’afa, in aula regna il gelo. La pm Francesca Arienti è categorica. «Non ravvedo nessun disturbo né psichiatrico né psicologico: attendiamo almeno la parte istruttoria », scandisce, non tanto per opporsi alla richiesta di perizia di difesa, ma per ribadire la lucidità e la premeditazione con cui la ragazza avrebbe operato. Le carte della difesa parlano invece di maternità negata: il Gip aveva rigettato la richiesta di incidente probatorio sul tema, ma il legale della ragazza di Traversetolo è tornato a chiederla: «Se indaghiamo con la logica e la razionalità, non arriveremo mai ad afferrare tutti gli elementi - ribadisce Tria - Qui non si tratta di capire che cosa ha fatto Chiara, ma chi sia veramente Chiara e di che cosa sia accaduto in questi anni nella sua mente: la dinamica degli eventi è chiara ma non c’erano avvisaglie della sua gravidanza. C’è ancora molto da capire oltre alla dinamica: lascio a voi giudici di decidere in quale momento predisporre la perizia».
Alla fine dell’udienza, non più di un’ora in tutto, con appuntamento al 15 settembre, la corte, con il giudice Alessandro Conti accoglie la richiesta di perizia, con nomina di consulenti esterni. Chiara, la studentessa e baby sitter modello, se ne va veloce verso la sua casa gialla nelle campagne della via Emilia: su di lei, ai domiciliari ormai dallo scorso settembre, pende la richiesta di braccialetto elettronico, ma l’ordinanza non è ancora arrivata. Samuel scuote la testa: «Dobbiamo proteggerlo ed aiutarlo ad elaborare il dolore: conosceva una Chiara prima dei fatti, e oggi anche lui vorrebbe capire chi sia questa ragazza.
Lui quei bambini li avrebbe tenuti, si sarebbe organizzato», precisa il suo legale Monica Moschioni, amore giovanile che quella gioventù di entrambi ha distrutto e sepolto in un giardino di Traversetolo, insieme ai loro due bimbi, Angelo Federico e Domenico Matteo, nati e mai vissuti, nel giro di due estati, dal maggio 2023 all’agosto 2024. Tutto stava per compiersi un anno fa. E, invece, sembra una vita fa.