I "pagamenti eseguiti da Coima per gli incarichi professionali conferiti all'architetto Scandurra" non hanno "costituito una illecita remunerazione per il pubblico ufficiale". Eccole le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso dei pm di Milano contro la revoca degli arresti nell'inchiesta sulla corruzione nell'urbanistica.
La sentenza era già stata comunicata alle parti lo scorso 13 novembre. Ora la Suprema corte spiega il perché di quella decisione. E cioè che è corretta la decisione del Riesame che ha sostenuto che non ci sono "indizi" di corruzione tra Catella e Scandurra.