C'è chi lo ha definito un vero e proprio "bubbone" urbanistica. Arriva alla settimana decisiva l'inchiesta che ha terremotato Milano, e tutti aspettano che la magistratura metta a terra le prime valutazioni sul caso. Sarà presumibilmente tra mercoledì e giovedì che il gip Mattia Fiorentini deciderà sulle richieste della procura di mettere agli arresti (tra carcere e domiciliari) sei indagati, tra cui l'ex assessore all'Urbanistica Giancarlo Tancredi e il numero uno del big dell'immobiliare Coima Manfredi Catella. C'è grande attesa in città: non solo tra i pm titolari dell'inchiesta, che sostengono la necessità delle misure cautelari per scongiurare i rischi - a vario titolo - di reiterazione del reato, di fuga degli indagati, e di inquinamento probatario. Oltre, naturalmente, agli indagati stessi, che hanno provato a spiegare le loro ragioni e ora attendono, non senza ansia come è presumibile ritenere, che il gip prenda una decisione. Con il fiato sospeso ci sono anche le decine di cittadini che hanno speso tutti i loro risparmi in abitazioni da costruire su cui verte la più totale incertezza, coloro che protestano perché convinti che negli anni sia stato sottratto loro un pezzo di cielo (e di spazio pubblico), e costruttori e politici che rivendicano "l'interesse pubblico" del proprio operato. Tra gli indagati ci sono in tutto 74 persone, tra cui anche il sindaco Beppe Sala e l'archistar (già coinvolto in un'altra inchiesta) Stefano Boeri, che nei giorni scorsi ha scritto un lungo post per difendere il proprio operato.
I big per cui la procura chiede l'arresto
Giancarlo Tancredi
L'ipotesi dei pm è che Tancredi, ex assessore all'Urbanistica del comune di Milano, abbia fatto "pressioni" su Giuseppe Marinoni, presidente della commissione Paesaggio, per ottenere il parere favorevole dell'organo tecnico-consultivo comunale su alcuni interventi urbanistici che coinvolgevano, tra gli altri, l'architetto Stefano Boeri (indagato e coinvolto in altri filoni d'indagine sull'urbanistica) e l'imprenditore Manfredi Catella, fondatore di Coima. Secondo gli inquirenti, Tancredi avrebbe "favorito e supportato" il conflitto di interessi di Marinoni. In che modo? Avrebbe proposto il 12 gennaio 2023, una delibera della Giunta di cui faceva parte, per conferire allo studio Marinoni srl il “patrocinio gratuito del Comune” allo studio su “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”. Qui, secondo i pm, Marinoni avrebbe portato avanti delle condotte corruttive in quanto ricopriva la "doppia veste" di pubblico ufficiale e professionista. A supporto dell'ipotesi dei pm - che Tancredi respinge al mittente -alcune intercettazioni e messaggi privati.
Manfredi Catella
Manfredi Catella, numero 1 di Coima, big dell'immobiliare con ricavi nel 2014 per 72,3 milioni di euro (+14% rispetto al 2023), secondo i pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini, della procura di Milano guidata da Marcello Viola, fonderebbe il suo "sistema di affari" su un "asservimento delle funzioni della pubblica amministrazione e sul reclutamento dei progettisti più utili alla sua causa, con ruoli in organismi decisionali influenti come la Commissione per il paesaggio". A supporto di questa tesi accusatoria, il fatto che Catella avrebbe affidato ad Alessandro Scandurra, componente della Commissione paesaggio del Comune (anche per lui chiesto il carcere) incarichi di progettazione come la conversione in studentato degli alloggi del villaggio olimpico Milano-Cortina. Catella nell'interrogatorio davanti al gip, ha spiegato che Scandurra - che non si è astenuto da una seduta della commissione paesaggio sulla questione -non ha mai lavorato per lui. Lo studentato, a cui avrebbe fatto riferimento in un messaggio, sarebbe stato quello di via Messina, su cui era già stata studiata una situazione sul rischio di un potenziale conflitto di interessi, che infine non ci sarebbe stato. Insomma, nessuna corruzione, secondo Catella.
Giuseppe Marinoni
Giuseppe Marinoni, il presidente della Commissione paesaggio, titolare dell'omonimo studio di architettura, avrebbe dato pareri non vincolanti su progetti urbanistici presentati da imprese che, insieme ad altre, gli avevano affidato consulenze per diverse centinaia di migliaia di euro. Marinoni avrebbe dovuto dichiarare il suo "conflitto di interessi": fece invece il contrario, firmando le autocertificazioni secondo le quali non vi erano ostacoli alle sue valutazioni da membro della commissione. Secondo i pm, insomma, Marinoni era sia giocatore che arbitro: è quindi accusato di false dichiarazioni su qualità personali e anche di corruzione perché, per i pm, quei compensi rappresenterebbero "una forma di retribuzione" per i suoi via libera ai progetti degli immobiliaristi per i quali aveva in precedenza lavorato. Per i pm, Marinoni avrebbe incassato oltre 395 mila euro in parcelle, in gran parte dall'architetto Federico Pella. Marinoni avrebbe inoltre agito con la "copertura e la consapevolezza" dell’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, "perseguendo l’obiettivo di attuare un Piano di governo del territorio (Pgt) ombra".
Federico Pella
I pm hanno chiesto il carcere anche per Federico Pella, architetto e fondatore della società di progettazione integrata J+S. Non è un costruttore ma un progettista e sono del suo studio diversi progetti importanti della città e dintorni, tra cui il restyling e la restituzione ai milanesi, l'anno scorso, delle Terme de Montel, le vecchie scuderie di San Siro. La firma di Pella compare su diversi progetti improntati anche alla sostenibilità tra cui tre padiglioni Expo 2015, quello Estone, di Slow Food e quello Austriaco. Secondo i pm, la sua J+S è tra le società che dispensava "alte parcelle per incarichi privati" a Giuseppe Marinoni.
Andrea Bezziccheri
Ad Andrea Bezziccheri, imprenditore e patron della Bluestone, che opera nel settore immobiliare milanese da un ventennio, costruttore delle "Park Towers", vengono contestati "cinque episodi di corruzione" che avrebbe posto in essere "corrompendo l'architetto Alessandro Scandurra". Quest'ultimo, secondo i pm che avrebbe "venduto" la sua funzione di componente della Commissione per il paesaggio per "pilotare" alcuni interventi sia di interesse dello stesso Bezziccheri che di altri. "La compenetrazione tra gli interessi di alcuni membri della commissione per il paesaggio e quelli di Bezziccheri - si legge nella richiesta di arresto - è fortemente sintomatico del potere di ricatto esercitato da Bezzicheri o dirittamente o attraverso la rete di influenti progettisti che lo assistono". L'ipotesi della procura è che Bezziccheri abbia avuto dei progettisti " a libro paga": tra questi l'architetto Paolo Mazzoleni, progettista di piazza Aspromonte (indagato in quel procedimento anche per corruzione e per falso), l'architetto e progettista Sergio Francesco Maria Asti, e il sopracitato architetto Alessandro Scandurra.
Alessandro Scandurra
L'architetto, membro della commissione Paesaggio, in sostanza è accusato di corruzione per avere ricevuto oltre 3 milioni di euro per incarichi
professionali da società con cui ci sarebbe stato conflitto d'interesse: e cioè Kryalos, Castello Sgr, Egidio Holding. "Non erano tangenti ma parcelle, è il mio lavoro", si è difeso in un'intervista e anche davanti al gip.