
Si sono vissuti attimi di terrore a bordo di un aereo in servizio sulla tratta Shanghai-Tokyo, a causa di un malfunzionamento di origine ignota che ha portato il velivolo a perdere oltre 7mila metri di quota in pochi minuti e costretto il comandante a richiedere il permesso di effettuare un atterraggio d'emergenza a Osaka.
I fatti si sono verificati poco dopo le ore 20.30 locali dello scorso lunedì 30 giugno sul volo JL8696/IJ004, operato in code-sharing tra Japan Airlines e la sua sussidiaria low-cost Spring Airlines Japan. Il Boeing 737 era decollato dall'aeroporto di Shanghai Pudong in Cina e sarebbe dovuto atterrare a Tokyo Narita in Giappone: l'imprevisto in cabina ha spinto il pilota, dopo aver ricevuto l'autorizzazione dalle autorità preposte ai controlli aerei, a scegliere di dirottare il velivolo verso l'aeroporto del Kansai di Osaka.
I dati salvati sui radar mostrano che il Boeing 737-800 stava procedendo a un'altitudine di circa 36mila piedi (cioè poco meno di 11mila chilometri), quando nel giro di appena 10 minuti è precipitato fino a 10.500 piedi (corrispondenti a 3.200 chilometri): il che significa che il velivolo ha perso bruscamente 25.500 piedi, quindi poco più di 7700 chilometri. Questa improvvisa variazione ha azionato le maschere d'ossigeno, facendo scattare il panico tra i passeggeri i quali, una volta che l'aereo si è nuovamente stabilizzato, hanno atteso pazientemente che toccasse terra.
Secondo il Ministero dei Trasporti giapponese, il sistema di allarme dell'aereo ha rilevato un'anomalia nel meccanismo responsabile del mantenimento della pressione in cabina. Temendo che si potesse verificare una totale depressurizzazione, il pilota ha dichiarato l'emergenza al controllo del traffico aereo e ha dirottato il Boeing 737-800 verso il Kansai.
"Il 30 giugno, il volo JL8696 ha subito un malfunzionamento del sistema di pressurizzazione della cabina, accompagnato da un allarme che indicava un livello anomalo di pressione in cabina", ha dichiarato Japan Airlines, come riferito dal The Independent. "In conformità con le procedure di emergenza, il volo è sceso a una quota di sicurezza. È importante chiarire che non si è verificata una decompressione rapida. Tuttavia, a causa del potenziale calo della pressione in cabina, sono state utilizzate maschere di ossigeno come misura precauzionale”, prosegue la nota. “La discesa è stata condotta in conformità con i protocolli di sicurezza standard per garantire la sicurezza dei passeggeri e dell'equipaggio".
I passeggeri sono chiaramente piombati nel terrore quando si sono resi conto della rapida perdita di quota e dell'improvvisa espulsione delle maschere d'ossigeno. “Ho sentito un boato smorzato e pochi secondi dopo è caduta la maschera di ossigeno. L’assistente di volo ha urlato di indossarla, dicendo che c’era un malfunzionamento”, ha commentato uno dei presenti. Un altro, invece, pensava ormai di avere poche speranze, dal momento che ha contattato i familiari via messaggio, chiedendo di prendersi cura della madre e comunicando tutti i codici Pin delle sue carte di credito.
"Stiamo collaborando pienamente con il Transport Safety Board e stiamo conducendo un'indagine interna per determinare la causa principale del malfunzionamento del sistema", ha dichiarato Japan Airlines.
“Stiamo collaborando attivamente con le autorità e attueremo misure per prevenire simili eventi in futuro". L'episodio ha nuovamente sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del Boeing 737, un modello coinvolto in numerosi incidenti gravi nel corso degli anni.