Cronaca internazionale

Auto sulla folla a Tel Aviv. Ucciso turista italiano e ferite altre 7 persone

Il 35enne era sul lungomare a Kaufmann Street Coinvolto anche un altro nostro connazionale

Alessandro Parini
Alessandro Parini

Si trovava in centro a Tel Aviv per caso. Un turista italiano, Alessandro Parini, 35 anni avvocato romano, è morto durante quello che i media israeliani e il ministro degli Esteri non hanno esitato a definire attentato. Ieri sera un'auto si è scagliata addosso ai pedoni e, a quanto si apprende, dal finestrino qualcuno avrebbe anche sparato sulla gente, ferendo sette persone tra cui un altro italiano e tre inglesi. L'autore, un arabo israeliano, è stato «neutralizzato». «Orrore e sgomento per il vile attentato» scrive su Twitter la Farnesina mentre avvia le verifiche sulla vittima italiana. L'attentato, duplice, sembra aver colpito due zone della città: un attacco è avvenuto sul lungomare a Kaufmann Street, l'altro al parco Charles Clore. La tensione rimane alta in Israele e si teme il peggio. L'esercito dello Stato ebraico nella notte tra giovedì e ieri ha effettuato attacchi aerei su obiettivi appartenenti ad Hamas nel sud del Libano e nella Striscia di Gaza. I militari hanno affermato che sono stati una risposta a una raffica di 34 razzi lanciati giovedì dal Libano nel nord di Israele. La responsabilità dell'atto è stata attribuita ad Hamas. Intanto il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, che in quel momento era in visita a Beirut, ha detto che i palestinesi non «si sarebbero seduti con le braccia incrociate» di fronte all'aggressione israeliana. Ore dopo gli attacchi dello Stato ebraico in rappresaglia due israeliane sono state uccise, e una terza è grave in un attentato palestinese a colpi di arma fuoco nella Valle del Giordano, in Cisgiordania. «Le nostre forze sono adesso impegnate nella caccia ai terroristi. È solo questione di tempo», ha detto il premier Benjamin Netanyahu che si è recato sul luogo dell'attentato con il ministro della difesa Yoav Gallant nella prima apparizione pubblica insieme dopo il licenziamento di Gallant poi congelato. Riferendosi poi a Gaza e al Libano, Netanyahu ha ribadito che il Gabinetto di sicurezza convocato giovedì ha preso «diverse decisioni». Poi ha ammonito che «i nemici scopriranno che siamo uniti, compatti, sicuri di essere nel giusto». La notte tra giovedì e venerdì è stata di fuoco. Ci sono state due o tre esplosioni intorno al campo profughi palestinese di Rashidieh, 5 chilometri a sud della città costiera libanese di Tiro. I media locali hanno anche riferito di raid alla periferia del villaggio di al-Qulaila, altri 4 chilometri più a sud. Le fotografie che circolano sembrano mostrare un piccolo ponte distrutto. Le forze di difesa israeliane hanno twittato che i suoi aerei da guerra hanno colpito «infrastrutture terroristiche appartenenti ad Hamas» in Libano. «Non consentiremo all'organizzazione terroristica di Hamas di operare dall'interno del Libano e riterremo il Paese dei cedri responsabile di ogni fuoco diretto proveniente dal suo territorio», hanno avvertito. Mentre Hamas ha condannato fermamente «la palese aggressione sionista contro il Libano». Ma negli ambienti militari ai livelli più alti l'invito è alla cautela. «Nessuno vuole un'escalation in questo momento», ha detto il tenente colonnello israeliano Richard Hecht. Il ricordo della guerra dello Stato ebraico del 2006 con Hezbollah è vivo nella mente di entrambi gli avversari. Ma un percorso così carico di tensione è spesso lastricato di errori di calcolo fatali.

Le prossime due settimane sono particolarmente rischiose, poiché la festa della Pasqua ebraica e il mese sacro musulmano del Ramadan si sovrappongono, e ciò aggiunge fibrillazione intorno ai luoghi santi di Gerusalemme.

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