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"Avvelenava i suoi pazienti per poi salvarli": almeno 30 casi, choc in Francia

L'orrore a Besançon, dove si sono verificati i casi avvenuti tra il 2008 e il 2017. Quest'anno è cominciato il processo

"Avvelenava i suoi pazienti per poi salvarli": almeno 30 casi, choc in Francia
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Un'autentica storia dell'orrore quella raccontata dalla stampa francese, che in questi giorni sta seguendo il caso di Frédéric Péchier, il medico anestesista accusato di aver avvelenato numerosi pazienti al fine di salvarli e prendersi il merito. Un meccanismo malato e oltremodo pericoloso, che ha messo a repentaglio la vita di molte persone e provocato ben 12 morti.

La vicenda giudiziaria è cominciata nel 2017, quando sono emersi i primi decessi collegati all'attività di quello che può a tutti gli effetti essere considerato un serial killer. Gli episodi, stando a quanto riportato dalla stampa estera, si sono consumati nell'arco di nove anni, tra il 2008 e il 2017. Ad essere rimasti coinvolti sono stati pazienti di età compresa tra i 4 e gli 89 anni. Questi si erano sottoposti a interventi chirurgici considerati di routine. Si erano affidati all'equipe medica senza sapere che fra i professionisti si nascondeva un vero e proprio mostro.

Péchier ha prestato servizio presso due strutture sanitarie private di Besançon, nella Francia orientale: la Clinique Saint-Vincent, dove sarebbero avvenuti ben 27 casi, e la Polyclinique de Franche-Comté, dove si sono registrati 3 casi di avvelenamento, tra il 2008 e il 2009. In tutto sono almeno 30 i casi riferiti alla figura di Péchier, e non è detto che non ce ne siano anche altri. Ciò che è certo è che l'ex anestesista, in sede operatoria, contaminava di proposito le sacche per flebo (soluzioni saline, idratanti o di paracetamolo) destinate ai pazienti. Spesso si serviva di potassio cloruro, oppure di anestetici locali come la lidocaina e la mepivacaine. In alcuni casi utilizzava anche l'adrenalina e l'eparina. Questi farmaci venivano iniettati in dose massicce, così da provocare gravi danni nei pazienti. A quel punto Frédéric Péchier, cercando di "salvare" la vittima e ottenere così la stima dei colleghi e dei familiari dei pazienti. Non sempre, però, le persone si salvavano.

I pazienti subivano arresti cardiaci o emorragie inspiegabili. Péchier, che si faceva sempre trovare nelle vicinanze, accorreva per aiutarli e farsi passare da eroe. Un interessante aspetto da considerare, è che ad essere avvelenati erano spesso coloro che dovevano subire interventi con professionisti che avevano brutti rapporti con Péchier. L'ex anestesista ne approfittava per gettare discredito sui colleghi.

L'atroce "gioco" portato avanti dal serial killer si è interrotto nel 2017, quando una donna di 36 anni, perfettamente sana, ha dovuto subire un intervento alla colonna vertebrale. Nel corso dell'operazione, la paziente ebbe un arresto cardiaco. Dopo numerosi tentativi di rianimarla, intervenne Péchier, che le fece un'iniezione. La donna sopravvisse ma riportò seri danni cerebrali che la condussero al coma. A seguito di alcuni esami emerse una pesante concentrazione di potassio (100 volte superiori alla norma).

Cominciarono così le indagini che hanno condotto a Frédéric Péchier. In tutto, le autorità hanno individuato ben 30 casi, con 12 morti accertati. Il processo è cominciato nel 2025. Péchier continua a professare la propria innocenza.

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