L'assalto pro-Pal e le cariche della polizia, caos nell'ultima tappa alla Vuelta: cosa è successo

Decine di bandiere palestinesi, cori e cartelli contro il "genocidio" a Gaza. Così una folla di manifestanti pro-Palestina hanno bloccato l'ultima tappa della Vuelta

L'assalto pro-Pal e le cariche della polizia, caos nell'ultima tappa alla Vuelta: cosa è successo
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I manifestanti pro-Palestina hanno interrotto la tappa finale della Vuelta, da Alapardo a Madrid, già ridotta ufficialmente per "motivi di circolazione". Nei pressi del traguardo si sono verificati scontri tra polizia e manifestanti, i quali con striscioni anti-israeliani hanno parzialmente bloccato la strada e costretto i ciclisti a fermarsi. Alcuni di essi hanno buttato giù le recinzioni metalliche all'altezza della stazione di Atocha. La polizia è intervenuta e ha caricato i dimostranti, che hanno lanciato oggetti contro gli agenti. Tensioni si sono registrate anche in altri punti della città come a Callao. Oltre 1.500 agenti di polizia erano stati schierati prima dell'ultima tappa della corsa ciclistica lunga tre settimane.

A quel punto la 21esima e ultima tappa della Vuelta è stata definitivamente, a 56 chilometri dal traguardo. Lo hanno annunciato gli organizzatori. La gara, non ha potuto quindi concludersi e l'ultima tappa non avrà un vincitore. Il leader della classifica generale, il danese Jonas Vingegaard, ha vinto così 80esima edizione della Vuelta dopo il trionfo alla Bola del Mundo dove ha messo il sigillo sulla corsa. Per lui però niente festa e passerella a Madrid.

Centinaia di persone si erano radunate a Madrid, in diversi punti della capitale spagnola, dove passa il percorso della Vuelta, per manifestare a favore della Palestina e contro la partecipazione dell'Israel Premier Tech. La maggior parte dei dimostranti è concentrata vicino alla stazione di Atocha. Altri si sono radunati nella centrale Puerta del Sol e in plaza del Callao. I manifestanti hanno urlato slogan contro Israele. "Non è una guerra è un genocidio", "Free Palestine", hanno scandito le persone radunate in strada con bandiere palestinesi e cartelli con la scritta 'Paz', ovvero pace. I manifestanti hanno occupato parte di quello che dovrebbe essere stato originalmente il tracciato della gara, mentre agenti in assetto anti-sommossa stanno cercando di sfollare i presenti. Diversi i cori scanditi, in un clima accesosi sempre di più. "Dove sono, non si vedono, le sanzioni per Israele?", è uno degli slogan lanciati, insieme a "Non è una guerra, è un genocidio" e "Boicot a Israele".

Le manifestazioni contro la guerra a Gaza hanno condizionato pesantemente la corsa spagnola, costringendo gli organizzatori a cambiare il percorso delle tappe e a farle finire prima, per evitare che la presenza dei contestatori sulle strade creasse un pericolo per i ciclisti. Sei delle ultime dieci giornate di gara sono state abbreviate o interrotte, con più di 20 persone arrestate. Intanto il premier spagnolo Pedro Sanchez ha espresso "rispetto" per i corridori, esprimendo anche "ammirazione" per le proteste pro Palestina. "Esprimiamo il nostro assoluto riconoscimento e rispetto per gli atleti, ma anche la nostra ammirazione per il popolo spagnolo che si mobilita per cause giuste come quella della Palestina", ha detto il leader socialista.

In breve tempo il caso è diventato politico. Alle parole di Sanchez ha risposto il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida. "La violenza ha vinto sullo sport e ritengo il primo ministro Pedro Sanchez 'responsabile'..." ha affermato il primo cittadino della capitale spagnola. "Madrid è stata travolta dalla violenza. Sono riusciti a interrompere la tappa finale della Vuelta a España e a dipingere un quadro vergognoso del nostro Paese", ha sostenuto il sindaco.

A stretto giro è intervenuto anche Alberto Nunez Feijoo, il leader del conservatore Partido Pupular con un messaggio su X."Il presidente del Governo sarà orgoglioso del comportamento di pochi che, per manifestare il loro sostegno a Gaza, hanno lanciato transenne contro la polizia nazionale, senza garantire la sicurezza del personale dell'organizzazione, di corridori e giornalisti".

Feijoo critica le parole di Sanchez che ha espresso oggi "ammirazione" per il "popolo spagnolo che si mobilita su cause giuste come quella della Palestina". Secondo il leader del Pp, inoltre, "il governo ha permesso e indotto la mancata fine della Vuelta e, in questo modo, ha offerto uno spettacolo ridicolo teletrasmesso in tutto il mondo".

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