Caso Huawei, mossa della procura belga. "Revocare l’immunità a 5 eurodeputati"

Coinvolti gli azzurri Martusciello, De Meo e Princi

Caso Huawei, mossa della procura belga. "Revocare l’immunità a 5 eurodeputati"
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Il «Huawei gate» si abbatte su tre europarlamentari italiani di Forza Italia. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, fa sapere che i magistrati di Bruxelles hanno chiesto la revoca dell'immunità per Fulvio Martusciello, Salvatore De Meo, e Giusi Princi - tutti e tre di Forza Italia, nel Ppe - oltre che per Daniel Attard, maltese dei Socialisti e Democratici, e Nikola Minchev, bulgaro, appartenente al gruppo Renew. La richiesta passerà ora alla commissione Juri. Ma intanto l'inchiesta nata, come quella sul Qatar, dai servizi segreti belgi, continua a far tremare gli ambienti parlamentari. Secondo gli inquirenti il colosso cinese della tecnologia 5G, avrebbe pagato eurodeputati e membri di staff per ammorbidire le posizioni dell'Eurocamera nei confronti della propria tecnologia 5G, bandita dagli Stati Uniti e dall'Europa. I magistrati ipotizzano che tra le «contropartite» di presunti regali e bonifici, tutti da dimostrare, ci sia anche una lettera del 10 febbraio 2021 firmata da alcuni parlamentari - tra cui Martusciello - con cui si chiedeva di non discriminare le aziende extracomunitarie del 5G, di non fare cioè «razzismo tecnologico». Martusciello si era già detto del tutto estraneo a ogni accusa, costretto, a causa dell'indagine, ad abbandonare l'idea di correre alle Regionali in Campania. Ieri anche De Meo e Princi si sono detti basiti. «Nel mio caso - spiega De Meo - si fa riferimento a una mia partecipazione a un incontro non organizzato da Huawei, al di fuori del Parlamento Ue, al quale avrebbero preso parte rappresentanti del gruppo cinese - chiarisce - Io non ho mai preso posizione a favore di Huawei, né sotto forma di firme a lettere, di emendamenti o qualsivoglia attività legislativa riconducibile ai loro interessi».

Princi denuncia di essere vittima di uno scambio di persona: «Mi viene contestato di aver partecipato a un incontro a Bruxelles il 25 giugno 2024, ma io mi trovavo a Reggio Calabria alla recita della mia bambina, come da copiose prove documentali - precisa -. Peraltro, in quella data non ero ancora parlamentare europeo essendo stata proclamata solo il 3 luglio 2024. Confido che venga al più presto chiarito questo evidente errore di persona».

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