
La decisione del presidente Donald Trump di riaprire Alcatraz, la famosa prigione federale situata su una piccola isola al largo della California, ha riportato al centro dell’attenzione un luogo entrato nell’immaginario collettivo grazie a film, romanzi e videogiochi. Si diceva che fosse impossibile fuggire dalla “Roccia”, dove venivano chiusi i detenuti definiti “irrecuperabili”, ma forse in tre ci sono riusciti.
Il luogo dove sorge la prigione era abitato in origine da una tribù di nativi. Nel 1850, vi fu costruito un fortino per l’esercito, trasformato in carcere militare nel 1910. Nel 1934 la struttura viene convertita in penitenziario federale di massima sicurezza, dopo essere stata acquistata dal ministero della Giustizia. La decisione venne presa negli anni della Grande depressione e del gangsterismo, per chiudere lì i peggiori criminali e dare un monito a tutti sulla fine che avrebbe aspettato chiunque avesse osato opporsi alla legge.
La struttura era divisa in quattro blocchi, indicate con le lettere dell’alfabeto (A-D) e comprendeva l’ufficio del direttore, gli alloggi per lo staff, la biblioteca, la stanza per le visite, il barbiere, un piccolo ambulatorio e 312 celle, tutte delle stesse dimensioni: altezza di 2,1 metri, lunghezza di 2,7 metri e larghezza di un metro e mezzo. Erano arredate nel medesimo modo: un letto, una scrivania, un lavandino e una tazza della toilette. Unica eccezione, il blocco D, chiamato “il Buco”, dove venivano rinchiusi i criminali più pericolosi. Le celle erano ancora più piccole e contenevano solamente un buco al posto del gabinetto. I prigionieri afroamericani erano tenuti separati, per evitare scontri a sfondo razziale.
La giornata nella prigione iniziava con la sveglia alle 6.30 del mattino e la colazione nella mensa collettiva alle 6.55. A seguire, coloro che ne avevano ottenuto il diritto lavoravano nello stabilimento del carcere, per poi fare una pausa per il pranzo alle 11.45 e tornare a lavorare fino alle 16.15. Cena alle 16.25, rientro nelle celle alle 16.50. Poi, luci spente alle 21.30. Oltre a questi ritmi perfettamente scanditi e sempre uguali, erano previste tre docce a settimana e altrettante ore d’aria, durante le quali i detenuti potevano giocare a scacchi e a baseball o praticare altri sport. In più, potevano richiedere libri a scelta tra i 10mila conservati nella biblioteca.
Nel 1934, furono inviati ad Alcatraz i primi 134 prigionieri, tra cui pluriomicidi, rapinatori seriali di banche e falsari. “È il buco nero in cui finisce tutta la spazzatura d’America”, descrisse una cronaca statunitense del tempo. Uno dei più famosi delinquenti ad essere rinchiuso nell’”isola del Diavolo” fu Alphonse Gabriel Capone, detto “Al”, il signore del crimine di Chicago diventato il nemico numero uno di Washington e autore, nel 1927, del massacro di San Valentino. Rimase nel penitenziario dal 1934 al 1939, riuscendo comunque a gestire il suo giro d’affari illegali da dietro le sbarre. Rischiò anche di essere ucciso da un altro carcerato mentre si trovava seduto sulla poltrona del barbiere.
Era convinzione comunque che fosse impossibile fuggire da Alcatraz. Oltre ai secondini armati di fucile, il filo spinato e la distanza dal continente, le acque attorno all’isola erano e sono tutt’ora infestate di squali. Ci furono comunque 14 tentativi, di cui si resero protagonisti 36 detenuti. In 23 furono ripresi, due annegarono, 23 vennero catturati di nuovo e cinque furono classificati come “dispersi”. Tre di questi ultimi, Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin, riuscirono nel 1962 ad allargare per mesi con dei cucchiai una galleria di ventilazione che passava sopra le celle, a scavalcare il muro di recinzione e a gettarsi in mare con una zattera costruita in segreto. Secondo l’inchiesta ufficiale sarebbero morti in acqua, ma secondo alcune testimonianze due di loro sono riapparsi in Brasile con altre identità. Famosa anche la rivolta del 1949 denominata “Battaglia di Alcatraz”, in cui intervennero anche i marines.
Per quanto riguarda i media che hanno reso famosa la prigione, “Fuga da Alcatraz” del 1979 interpretata da Clint Eastwood è sicuramente la più celebre, nella quale viene ricreata l’impresa dei tre fuggitivi i cui corpi non sono mai stati trovati.
Il carcere fu chiuso nel 1963 a causa degli elevati costi di mantenimento, visto che era neccessario trasportare fin lì alimenti, acqua potabile e indumenti. Nel 1969, l'isola fu occupata da 68 nativi americani, che si offrirono di ricomprarla per lo stesso prezzo a cui era stata venduta Manhattan 300 anni prima, ovvero perline colorate e stoffa rossa.
A loro si aggiunsero altre persone appartenenti a una cinquantina di tribù, che manifestarono pacificamente il loro desiderio di trasformare Alcatraz in un centro studi per i nativi. Un anno e mezzo dopo, le forze federali li sgomberarono. Il carcere è stato infine aperto al pubblico per le visite guidate ed è attualmente gestito dal National Park Service.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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