
I punti chiave
Il conflitto in corso tra Israele e Iran condiziona, in maniera diretta, anche le migliaia di voli aerei che ogni giorno affollano i cieli dell'area. Già da alcuni giorni è stata infatti chiusa una delle più importanti "autostrade" che mette in collegamento l'Europa con l'Asia costringendo a rotte alternative e volare più spesso sopra l'Afghanistan.
Cosa è cambiato
Di norma, oltre alla tratta appena descritta, tantissimi voli di medio e lungo raggio hanno a disposizione anche altri due grandi spazi aerei dell'area: uno sorvola Egitto e Arabia Saudita, l'altro (con un traffico molto minore) solca i cieli dell'Afghanistan ma, quando possono, i piloti evitano l'enorme area perché lo spazio è controllato dai talebani e sono numerosi i rischi qualora ci fosse il bisogno di un atterraggio d'emergenza (ma non solo), in quel caso nella capitale Kabul.
I rischi
Come accennato, i pericoli sono anche e ben altri: nessun controllore di volo copre la zona, dunque ai piloti mancano preziose e importanti informazioni. E poi c'è il rischio dei missili che colpiscono soprattutto quei velivoli che volano a bassa quota. Per questa ragione esiste una quota minima di volo che deve essere rispettata a tutti i costi. Secondo uno degli ultimi bollettino "Notam" sulla navigazione che è valido fino alla fine del mese, gli aerei italiani, americani e canadesi non possono volare sotto i 9.753,6 metri quando si trovano sopra l'Afghanistan.
La distanza di sicurezza
Quanto avviene sui cieli del Medio-Oriente si può osservare in tempo reale sui vari siti web che tengono costantemente d'occhio i vari voli in giro per il mondo. Flightradar, ad esempio, nelle ultime ore ha pubblicato un altro Notam. "I voli potrebbero essere soggetti ad azioni di ritardo prima dell'ingresso nella fir di Kabul per garantire una distanza longitudinale di 15 minuti dal traffico precedente alla stessa quota". In pratica, significa che se uno o più aerei percorrono quella rotta contemporaneamente, la distanza tra deve essere di un quarto d'ora per aumentare la sicurezza in volo in mancanza, come detto, dei controllori a terra.
Alcuni esperti di OpsGroup hanno spiegato al Corriere che i problemi del volare sopra i cieli dell'Afghanistan riguardano soprattutto la sicurezza in caso di atterraggio d'emergenza. "L’intero spazio aereo non è controllato, non c’è alcuna garanzia di sicurezza per l’equipaggio o i passeggeri in caso di atterraggio".
Anche per questo motivo alcune fonti hanno spiegato al quotidiano che quando viene decisa la rotta sopra il Paese viene imbarcato più cherosene qualora dovessero esserci problemi in volo e la necessità di cambiare la rotta allungandola fino ad arrivare alla destinazione finale.